Coronavirus, il direttore di Malattie infettive del Gemelli: «Ci aspettiamo altri casi, no a reazioni scomposte»

Sono ormai più di 50 i casi di nuovo coronavirus in Italia, tra Lombardia e Veneto. «Purtroppo però ci aspettiamo che questo numero aumenti. Non si tratta di...

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Sono ormai più di 50 i casi di nuovo coronavirus in Italia, tra Lombardia e Veneto. «Purtroppo però ci aspettiamo che questo numero aumenti. Non si tratta di un'epidemia, ma di focolai in cluster in aree ben definite. E isolare i contatti stretti dei pazienti è l'unico modo per contenere la diffusione del virus, oltre a controllare chi rientra dalla Cina». A spiegarlo è il direttore di Malattie infettive del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma, Roberto Cauda.


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«Questo non è il momento del panico: dobbiamo evitare reazioni scomposte e prendere decisioni fredde e ponderate». «Anche perché i numeri che ci arrivano dalla Cina ci dicono che i nuovi casi stanno diminuendo. Ma, certo, quello che sta accadendo in Italia preoccupa. Occorre ricordare - dice Cauda - che tra Lombardia e Veneto c'è una situazione difficile, e il focolaio nella Bassa Lodigiana è più evidente. I due focolai sono considerati quasi indipendenti, e frutto di due possibili sorgenti. Ma se per nel caso lombardo ci sono forti sospetti sul paziente 'zerò, nel caso del Veneto ancora mancano indicazioni».

In ogni caso «l'importazione di casi dalla Cina era attesa, probabilmente il fenomeno è stato favorito dal fatto che i casi asintomatici non erano stati riconosciuti». Si tratta, comunque, «di una situazione fluida, complicata dalla presenza del virus influenzale. Il vaccino anti-influenza non protegge dal coronavirus, ma aiuta ad individuare possibili casi. Chi è vaccinato, infatti, ha meno possibilità di contrarre l'influenza». In ogni caso «anche in Francia e Germania si sono registrati dei focolai, che però sono stati controllati. Ma occorre una risposta drastica: ovvero isolare i contatti stretti e alzare il livello di guardia nei confronti di chi arriva dalle aree colpite all'estero».

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Il Gazzettino