Consulta a rischio franchi tiratori, oggi la 29esima votazione: «Se fallisce, avanti a oltranza»

Consulta a rischio franchi tiratori, oggi la 29esima votazione: «Se fallisce, avanti a oltranza»
Alle 13 il Parlamento torna a riunirsi in seduta comune per tentare di eleggere i tre giudici mancanti della Consulta: sono mesi che la Corte Costituzionale è senza il plenum. Ma...

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Alle 13 il Parlamento torna a riunirsi in seduta comune per tentare di eleggere i tre giudici mancanti della Consulta: sono mesi che la Corte Costituzionale è senza il plenum. Ma anche questa volta è probabile un'ennesima fumata nera: la 29esima. Allo scrutinio andranno, infatti, le stesse candidature che non sono riuscite ad ottenere il quorum alla

precedente votazione: Augusto Barbera proposto dal Pd, Francesco Paolo Sisto da Fi e Giovanni
Pitruzzella sostenuto dalla maggioranza e in particolare dall'area centrista. Il M5s insisterà a votare il suo candidato, Franco Modugno, essendo venute meno, allo stato, le possibilità di un accordo con il Pd.

Ma nulla assicura che la terna su cui poggia un accordo formale tra Pd e Fi possa reggere all'urto dei franchi tiratori che hanno affossato l'elezione dei tre candidati prescelti già la scorsa settimana. I capigruppo di Pd e Fi assicurano che domani la terna è confermata: solo domani, tuttavia, si scoprirà se i malumori trasversali a questo accordo saranno rientrati. «Mi auguro che il voto segreto non diventi metodo di lotta politica invece che strumento per esprimere un voto di coscienza» auspica il
capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda che conferma: «Noi abbiamo abbiamo dato le nostre indicazioni ed è quel che rimane».

Lavorando sulle presenze e su un possibile, almeno parziale, coinvolgimento della Lega, che allo stato si
sta tenendo le mani libere, Pd-Fi potrebbero infatti cercare di recuperare i voti mancati all'elezione.
«Vogliono soldati comandati dai partiti.

Così tutto diventa più facile, anche dichiarare costituzionale l'Italicum» attacca il parlamentare di
riferimento del M5s sugli affari costituzionali, Danilo Toninelli. Il quale denuncia quello che sarebbe,
secondo i rumors, l'obiettivo principale del governo: ottenere l'elezione di tre giudici che non siano
manifestamente contrari alla nuova legge elettorale che prima o poi potrebbe arrivare al vaglio della
Corte Costituzionale.

A febbraio già un primo tribunale dovrebbe infatti essere chiamato a decidere se rinviare la legge alla Consulta in seguito ad un ricorso di Aldo Bozzi, l'avvocato che aveva già dichiarato guerra al Porcellum. Il M5s intanto continua a rivendicare una convergenza di metodo: «è fondamentale che domani nessuno di questi tre candidati venga eletto. Solo così il Pd sarà costretto ad accettare il metodo M5s». Anche Sel-Si boccia il metodo che si starebbe imponendo: «la Consulta non può diventare un mini Parlamento» dice la sinistra pronta a proporre una nuova terna sulla quale tentare un accordo ampio. I nomi potrebbero essere fatti già domani, se la seduta dovesse concludersi con una fumata nera. E Centro Democratico che alla scorsa votazione ha votato il collega Gaetano Piepoli, sabotando Pitruzzella per dimostrare il disappunto di non essere stati consultati, oggi parteggia per un accordo sui nomi del Pd e del M5s.

L'ipotesi di un nulla di fatto porta con sè anche il rischio di votazioni ad oltranza, come aveva chiesto

Pietro Grasso. Essendo in discussione la legge di stabilità, il rischio che si possa arrivare a votare a cavallo tra Natale e la Befana, potrebbe convincere i partiti a trovare la quadra. Il M5s non aspetta altro: «noi siamo assolutamente favorevoli. Se serve a smascherare l'inciucio dei partiti che si voti anche due volte al giorno!» afferma Toninelli. Un appello in tal senso arriva anche dai Radicali che hanno diversi militanti impegnati in uno sciopero della «fame di dialogo» con i rappresentanti dello Stato. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino