Terni, con l'auto della Asl a votare Pd: scatta l'indagine

Terni, con l'auto della Asl a votare Pd: scatta l'indagine
Con l’auto dell’ Asl a votare per il congresso del Pd, scatta l’indagine della Procura. L’ipotesi di reato potrebbe essere quella di peculato d’uso....

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Con l’auto dell’ Asl a votare per il congresso del Pd, scatta l’indagine della Procura. L’ipotesi di reato potrebbe essere quella di peculato d’uso. Nel mirino del procuratore capo, Alberto Liguori, che coordina l’inchiesta, il fatto accaduto domenica mattina, in occasione del voto per il congresso del Pd tra gli iscritti al circolo Sanità. La dinamica finita nel mirino degli inquirenti è stata denunciata dal Messaggero lunedì scorso. Intorno a mezzogiorno, un’auto con a bordo due ragazze ha parcheggiato a due passi dal portone di ingresso del palazzo di via Mazzini, dove ha sede il Pd. Dal mezzo di servizio dell’Asl 2 è scesa una donna che si è recata al seggio del circolo Sanità, allestito per l’occasione in una delle stanze del partito. Dopo pochi minuti la ragazza è tornata in auto, dove la stava aspettando l’altra donna. L’auto è poi ripartita lungo via Mazzini, da dove proveniva. Cosa è successo? Come mai viene utilizzato un mezzo di servizio per andare a votare al congresso del Pd? Può essere che sia stato rilasciato un permesso speciale per l’occasione? «Le auto di servizio - avevano spiegato dalla Asl 2 nei giorni scorsi - devono esclusivamente essere utilizzate strettamente a scopo di servizio, altri utilizzi non consentiti configurano comportamenti illeciti che, previa verifica, sono perseguiti nei modi previsti in ambito disciplinare ed eventualmente giudiziario»  

Ieri mattina agenti della Digos hanno acquisito dei documenti nella sede del Pd, presumibilmente per verificare se tra i votanti risulti anche il nome della donna scesa dal mezzo di servizio. «Abbiamo messo a disposizione degli inquirenti quanto necessario, un documento relativo a uno solo dei circoli che sono andati al voto (il Sanità, ndr), nella massima collaborazione. Non ci è stato richiesto in alcun modo di dare conto della nostra attività. L’auspicio è che si possa fare chiarezza sulla vicenda nel più breve tempo possibile», dicono i segretari Jonathan Monti e Carlo Emanuele Trappolino e la presidente della commissione per il congresso Mara Gilioni. Interviene anche Sandro Pardini, candidato alla segreteria comunale del Pd: «Una volta individuata la persona, va espulsa dal partito: indipendentemente da qualunque schieramento appartenga. È un episodio indice di un’arroganza e di una questione morale arrivata a livelli tali da richiedere un cambiamento nel partito. Mi auguro che il Pd abbia gli anticorpi per cambiare». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino