Terni, esplode cellulare: ragazza ferita agli occhi. E scatta la denuncia

Terni, esplode cellulare: ragazza ferita agli occhi. E scatta la denuncia
L’esplosione dello smartphone tra le mani di una 18enne ternana finisce in procura. E’ lì che il legale della ragazza, l’avvocato Antonio Jezzi del foro...

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L’esplosione dello smartphone tra le mani di una 18enne ternana finisce in procura. E’ lì che il legale della ragazza, l’avvocato Antonio Jezzi del foro di Viterbo, ha depositato una dettagliata denuncia nei confronti dell’azienda produttrice del cellulare per appropriazione indebita e truffa. «Dopo l’inquietante episodio ci avevano garantito il pagamento di un risarcimento simbolico ma avevano fretta di riavere indietro lo smartphone - dice Antonio Jezzi. Avevano insistito per riprenderselo con la scusa di fare una perizia che accertasse le cause dell’esplosione poi però sono spariti».


Del risarcimento, e ovviamente del cellulare andato in fumo che, oltre alle conseguenze sulla salute della 18enne, ha danneggiato anche il parquet della sua camera da letto. «La ragazza ha ancora seri problemi alla vista - spiega il legale - ed è un miracolo che sia finita così perché l’esplosione dello smartphone, per le modalità con cui si è verificata, avrebbe potuto avere davvero conseguenze drammatiche».

L’episodio risale ai primi giorni di maggio, quando il telefonino di una nota marca esplose tra le mani della ragazza che lo stava utilizzando. Lei, ternana, 18 anni appena compiuti, finì in ospedale: accusava problemi alla vista, nausea e cefalea ed era comprensibilmente sotto choc. Conclusi gli accertamenti medici il suo legale aveva preso carta e penna per comunicare lo spiacevole episodio all’azienda produttrice. Anche per capire come avesse intenzione di "riparare" all'incidente.


La stessa azienda all’inizio si era resa particolarmente disponibile. Intanto perché si era affrettata a garantire il pagamento di 5mila euro come risarcimento danni simbolico. E poi perché si era prodigata per svolgere un’accurata perizia sul cellulare esploso per poter dare una spiegazione al singolare “incidente”. Solo col passare dei giorni si è scoperto che niente di tutto ciò che era stato promesso è diventato realtà. E l’azienda, che non ha versato un centesimo alla ragazza ternana, non ha voluto neppure restituire il telefonino esploso. Sul quale il legale intende far svolgere un’accurata perizia. “Oltre al danno la beffa” commenta l’avvocato Antonio Jezzi, che nelle prossime ore andrà in procura a depositare la denuncia per truffa e appropriazione indebita.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino