ROMA Arrestare gli spacciatori che vendevano la droga a prezzi troppo bassi rovinando la piazza. Prevedeva anche questo il piano di Giuseppe Montella, l'appuntato considerato...
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L'appuntato dei carabinieri, che per gli inquirenti comandava la caserma degli orrori, ha tentato di spiegare quell'elenco sterminato di contestazioni, supportate da intercettazioni e pedinamenti della Guardia di Finanza. Anche Giacomo Falanga, un altro dei militari che avrebbe preso parte a pestaggi e arresti illegittimi, ha deciso di rispondere.
Gli avvocati minimizzano la portata dell'indagine, riducono le conversazioni a «spacconate», i legali, però, fanno riferimento a una «collaborazione completa, chiarificatrice, esplicita e senza esitazioni soprattutto per quanto riguarda la catena di comando».
CI ROVINA LA PIAZZA
È il 9 marzo quando Montella parla con il suo fornitore di droga, Daniele Giardino. Affrontano il problema di un pusher, Ramy, che gli sta rovinando la piazza, vendendo hashish a prezzi troppo bassi, 5,50 euro al grammo. «Ci sta uno che lo vende a cinque e cinquanta, c'ha lo stesso coso con il fantasmino come il nostro e non so chi è, infatti lo devo beccare perché lo vendevo a sette, a otto». E ancora: «Devo beccare questo qua che vende il fumo a quel prezzo là che lo devo fare fuori perché m'ha calato il prezzo».
I CONSIGLI AL FORNITORE
Lo smercio tramite Montella aveva fatto crescere il giro di affari di Giardino in modo esponenziale. Tanto che lo spacciatore diceva: «Io con mille euro mi ci lavo i denti». Ma il fratello dello spacciatore, Simone, anche lui arrestato, sottolineava: «Adesso, stai facendo i soldi perché ci sta Beppe. Sì, hai le conoscenze, ma mica avevi la testa».
Montella conferma: «Lui ha quintuplicato i guadagni perché io ho due-tre contatti che mi chiedono l'impossibile. Però, molte volte, lui vuole fare delle cose, io gli faccio: No, non vanno fatte perché secondo me c'è questo rischio qua, quindi ora usa molto più la testa, mentre prima non la usava, no?».
Quanto sia andato a fondo Montella, che per i pm si sentiva «svincolato da qualsiasi regola morale e giuridica», quanto abbia spiegato tutti quegli arresti da gennaio in poi tacendo che venivano promossi dai suoi «galoppini», senza accertamenti sul territorio e «macchiati da violenze e percosse», lo si capirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane».
Chi non ha aperto bocca, invece, è Salvatore Cappellano. Quello che per i pm sarebbe l'autore materiale delle botte e delle torture che la procura definisce «l'elemento più violento della banda dei criminali». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino