Carabinieri arrestati a Piacenza, l'appuntato Montella: «Quello vende droga a prezzi troppo bassi»

Domenica 26 Luglio 2020 di Valentina Errante
Carabinieri arrestati a Piacenza, l'appuntato: «Quello vende droga a prezzi troppo bassi»
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ROMA Arrestare gli spacciatori che vendevano la droga a prezzi troppo bassi rovinando la piazza. Prevedeva anche questo il piano di Giuseppe Montella, l'appuntato considerato al vertice della piramide che agiva nella caserma Levante di Piacenza. Emerge dalle intercettazioni agli atti dell'inchiesta sui carabinieri finiti in manette. E mentre affiorano altri dettagli sulle indagini, che adesso puntano alla catena di comando e agli ufficiali, ieri Montella per tre ore ha parlato davanti al giudice che lo ha arrestato e ha provato a difendersi.

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L'appuntato dei carabinieri, che per gli inquirenti comandava la caserma degli orrori, ha tentato di spiegare quell'elenco sterminato di contestazioni, supportate da intercettazioni e pedinamenti della Guardia di Finanza. Anche Giacomo Falanga, un altro dei militari che avrebbe preso parte a pestaggi e arresti illegittimi, ha deciso di rispondere.
Gli avvocati minimizzano la portata dell'indagine, riducono le conversazioni a «spacconate», i legali, però, fanno riferimento a una «collaborazione completa, chiarificatrice, esplicita e senza esitazioni soprattutto per quanto riguarda la catena di comando».

CI ROVINA LA PIAZZA
È il 9 marzo quando Montella parla con il suo fornitore di droga, Daniele Giardino. Affrontano il problema di un pusher, Ramy, che gli sta rovinando la piazza, vendendo hashish a prezzi troppo bassi, 5,50 euro al grammo. «Ci sta uno che lo vende a cinque e cinquanta, c'ha lo stesso coso con il fantasmino come il nostro e non so chi è, infatti lo devo beccare perché lo vendevo a sette, a otto». E ancora: «Devo beccare questo qua che vende il fumo a quel prezzo là che lo devo fare fuori perché m'ha calato il prezzo».

I CONSIGLI AL FORNITORE
Lo smercio tramite Montella aveva fatto crescere il giro di affari di Giardino in modo esponenziale. Tanto che lo spacciatore diceva: «Io con mille euro mi ci lavo i denti». Ma il fratello dello spacciatore, Simone, anche lui arrestato, sottolineava: «Adesso, stai facendo i soldi perché ci sta Beppe. Sì, hai le conoscenze, ma mica avevi la testa».

Montella conferma: «Lui ha quintuplicato i guadagni perché io ho due-tre contatti che mi chiedono l'impossibile. Però, molte volte, lui vuole fare delle cose, io gli faccio: No, non vanno fatte perché secondo me c'è questo rischio qua, quindi ora usa molto più la testa, mentre prima non la usava, no?».
 


Quanto sia andato a fondo Montella, che per i pm si sentiva «svincolato da qualsiasi regola morale e giuridica», quanto abbia spiegato tutti quegli arresti da gennaio in poi tacendo che venivano promossi dai suoi «galoppini», senza accertamenti sul territorio e «macchiati da violenze e percosse», lo si capirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane».
Chi non ha aperto bocca, invece, è Salvatore Cappellano.
Quello che per i pm sarebbe l'autore materiale delle botte e delle torture che la procura definisce «l'elemento più violento della banda dei criminali».

Ultimo aggiornamento: 18:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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