Prato, calciatore sequestra l'ex, la uccide e si suicida

Prato, calciatore sequestra l'ex, la uccide e si suicida
Da un anno non stavano più insieme e i tentativi di riavvicinare la ex erano tutti falliti. La notte scorsa l'ha aspettata sotto casa, a Prato, e l'ha uccisa...

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Da un anno non stavano più insieme e i tentativi di riavvicinare la ex erano tutti falliti. La notte scorsa l'ha aspettata sotto casa, a Prato, e l'ha uccisa sparandole con una pistola. Poi Federico Zini, 25 anni che avrebbe compiuto domani, di San Miniato (Pisa), calciatore di serie D che non accettava la fine della relazione, si è suicidato con la stessa arma.


Tutto è cominciato alle 3 di notte. Zini ha atteso in strada la ex, Elisa Amato, 30 anni di Prato, commessa in una catena di negozi di abbigliamento. La giovane stava rientrando a casa. Tra i due c'è stato un litigio ad alta voce, udito distintamente dai residenti negli edifici circostanti. Qualche testimone ha detto di aver sentito degli spari, sembra tre: forse colpi sparati in aria, ma non è escluso neppure che Zini abbia sparato subito per uccidere.

Di sicuro l'omicida è salito sull'auto di lei e la vettura è stata vista andare via a tutta velocità. Ha percorso così una cinquantina di chilometri, da Prato verso il Pisano, nella zona di San Miniato. Da stabilire se nel tragitto Elisa era già morta o ferita, oppure se abbia dovuto seguire Zini sotto minaccia della pistola. A Prato, grazie alle segnalazioni degli abitanti di Galciana, è subito scattato l'allarme e i carabinieri hanno attivato le ricerche. L'automobile, con dentro i due cadaveri, è stata trovata solo alcune ore più tardi, verso le 9, in un parcheggio di San Miniato. 

 

La ricostruzione degli investigatori è chiara e inequivocabile: Federico Zini ha sparato alla ex, poi si è ucciso. L'arma, una pistola a uso sportivo, da tiro a segno, era detenuta legalmente. Zini aveva ottenuto il porto d'armi da poco tempo e l'arma sarebbe stata acquistata solo di recente. Secondo quanto emerge, nella cerchia dei conoscenti era risaputo che il calciatore non si fosse rassegnato alla fine della loro relazione. Lo avrebbero visto spesso sotto casa di Elisa. Ma non risultano denunce, né segnalazioni di stalking a carico di Zini. Le indagini stanno ricostruendo tutti i momenti utili per chiarire il contesto in cui è maturato questo omicidio-suicidio. Ci saranno le autopsie.

Sconcerto tra i conoscenti dei due giovani, le colleghe di Elisa non vogliono credere che il suo ex fidanzato sia arrivato a tanto. Il negozio dove la giovane lavorava oggi era chiuso per lutti.

Federico Zini giocava nel Tuttocuoio, adesso in serie D, squadra storicamente finanziata dagli imprenditori di Ponte a Egola (Pisa). Nella sua carriera sportiva, iniziata nelle giovanili dell'Empoli e proseguita anche in Lega Pro, ci sono anche trascorsi all'estero nei campionati di Mongolia, Malta, Filippine e Bulgaria da cui era rientrato in Italia dopo un infortunio. Elisa Amato lavorava in negozi di Firenze e Prato di una catena di moda e nel tempo libero prestava servizio come volontaria della Pubblica Assistenza-L'Avvenire di Prato
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«Serve che le donne denuncino, e che le istituzioni non facciano cadere nel vuoto le denunce», ha commentato il capo della polizia, Franco Gabrielli, l'ennesimo femminicidio. «Anche qui, come in altri campi, c'è una questione culturale - ha aggiunto - : fino a che ci sarà una concezione proprietaria delle persone e degli affetti queste tragedie continueranno ad esserci». Per la deputata e responsabile comunicazione di Forza Italia, Debora Bergamini, «il piano antiviolenza è fermo», mentre per Nicola Fratoianni di Leu, si è trattato di «una drammatica esecuzione» con «un'arma regolarmente detenuta per 'uso sportivò grazie ai pochi controlli».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino