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Prima bocciato, poi riammesso dopo i riconteggi. Neanche una settimana dopo Umberto Bossi, fresco di elezione a parlamentare, una volta terminato con una serie di disguidi il lavoro del Viminale sulle schede, torna a dire la sua dopo tanto tempo e fonda la corrente 'nordistà della Lega. Uno strappo dal partito, perché la nuova realtà agirà sì dentro al movimento ma per forza di cose dovrà dialogare, e forse - come teme qualcuno nel partito di via Bellerio -scontrarsi , con con la leadership di Matteo Salvini.
Comitato del Nord
La corrente ha già un nome, “Comitato del Nord”, e le adesioni sono aperte a partire dal Veneto e dalla Lombardia. Sembrava fino all'altro giorno escluso il Senatur da un posto in Parlamento dopo 35 anni consecutivi. «Non è stato eletto» è stata la prima versione uscita dalle urne. E l'interessato aveva parlato di un messaggio «chiaro ed inequivocabile» che viene dai cittadini perché «il popolo del Nord va ascoltato».
Bossi torna in campo: il progetto
E ora sarà quella «militanza» a sostenere lui e i suoi nel portare avanti le ragioni del Nord e nel cercare di riconquistare in queste regioni le tante preferenze perse per strada il 25 settembre. L'iniziativa di Umberto Bossi ha dato sicuramente forza a chi dentro la Lega ritiene irrinunciabile il discorso dell'autonomia. Il cosiddetto Popolo del Nord, fatto anche di tanti piccoli imprenditori, torna alla carica e sembra sostenere e apprezzare l'iniziativa del Senatur:«Dopo trent'anni di battaglie, questa sarà la legislatura che finalmente attuerà quell'autonomia delle Regioni che la Costituzione prevede. Ô nel programma del centrodestra, non costerà nulla anzi farà risparmiare milioni, avvicinerà i cittadini alla politica, taglierà sprechi e burocrazia. E il ministero per le Riforme e gli Affari regionali sarà protagonista di questa pacifica rivoluzione», si legge in una nota della Lega diffusa quasi contestualmente all'annuncio della nuova creatura bossiana
Il Gazzettino