Maria Elena Boschi: «Il mio stalker era ovunque, essere donne espone di più»

Perseguitata da uno stalker, ha avuto il coraggio di denunciare, come ha rivelato ieri Il Messaggero. E non è stata nemmeno la prima volta.  ...

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Perseguitata da uno stalker, ha avuto il coraggio di denunciare, come ha rivelato ieri Il Messaggero. E non è stata nemmeno la prima volta. 

Presidente Boschi, ancora una volta si è trovata vittima di uno stalker. Ci racconta cosa è successo?
«Un uomo mi ha scritto di tutto per mesi ogni giorno, anche più volte, via email. Poi si è presentato fisicamente alla Camera dei Deputati e anche in Toscana».

Quando ha deciso di denunciare? E, soprattutto, è stato difficile decidersi a questo passo?
«Denunciare è sempre un peso. Speri sempre di cavartela senza fare un passo formale e ti ripeti “prima o poi si stancherà”. Ma in realtà spesso le cose non vanno così. E dunque sì, è stato difficile, ma giusto». 

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Già in passato era stata perseguitata da un molestatore, che grazie alla sua denuncia è stato giudicato e condannato a due anni e due mesi di carcere. Pensa che anche una donna meno nota di lei avrebbe avuto la stessa attenzione da parte di forze dell’ordine e magistratura?
«Per l’esperienza di ragazze che conosco e di validi servitori dello Stato che ho incontrato posso dirle che c’è grande professionalità e attenzione sia da parte delle forze dell’ordine che della magistratura per tutte le donne, non solo per quelle più conosciute. Sicuramente chi come me ha un ruolo pubblico non ha problemi nel rivolgersi alle istituzioni: non sono la prima, temo di non essere l’ultima a denunciare. E anzi tra le mie colleghe voglio ringraziare un’avversaria politica quale Giorgia Meloni che è stata tra le prime a esprimermi solidarietà». 

I suoi account social sono spesso presi di mira da attacchi web. Sicuramente sono legati al suo fare politica, ma c’è un qualcosa in più che scatena gli haters per il suo essere donna, giovane e bella?
«Me lo sono chiesto spesso anche io. Trovo che l’odio e prima ancora l’invidia siano elementi devastanti nella cultura sociale del nostro tempo, indipendentemente dall’aspetto fisico o dal sesso. L’essere donna ti espone di più perché ancora non è stata accettata una completa parità. Pensi al numero delle direttrici di giornale, di giudici donna nelle supreme magistrature, di amministratrici delegate: essere donna è ancora un ostacolo alla carriera. Se fai politica ti insultano, se sei donna ti insultano: se sei donna che fa politica automaticamente ti attaccano di più. Purtroppo anche negli altri settori non è molto diverso». 

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E’ un fatto che qualsiasi cosa lei faccia - dal taglio dei capelli a un nuovo fidanzato - finisce per fare notizia. Il suo aspetto, in politica l’ha più favorita o creato problemi? 
«Quando ho iniziato tutti guardavano il mio aspetto fisico. Ho faticato a far valere la mia professione di avvocato, la mia laurea con lode, la mia dedizione al lavoro: ricordo che la prima discussione pubblica su di me, vera, fu sulle scarpe. Magari avessero parlato delle mie proposte quanto hanno parlato delle mie scarpe. Dopo anni in cui ho cercato di dimostrare di essere qualcosa di più del mio corpo continuo a essere giudicata per altro: se ho la frangia non va bene, se la tolgo stavo meglio prima. Se sono single tutti si domandano perché, se sono fidanzata con un ragazzo che fa l’attore mi chiedono perché. Ma io sono felice di essere me stessa». 

Cosa si sente di dire alle donne “normali” che si trovano a vivere la sua stessa brutta esperienza e magari hanno paura di complicarsi ulteriormente la vita denunciando?
«È vero. Denunciando ci si complica la vita, inutile negarlo. Ma non denunciando ci si complica di più. Quindi: denunciate, denunciate, denunciate. Lo Stato è vostro amico e ci sono associazioni che svolgono un lavoro straordinario accanto alle donne». 

Grazie al Codice Rosso è stata ascoltata in procura entro pochi giorni dalla denuncia: una legge che funziona o che potrebbe essere migliorata ancora, in base alla sua esperienza?
«La legge, come spesso accade, è migliorabile. Averla fatta senza risorse è stato un limite, ma è comunque un passo in avanti. Voglio dire grazie alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine e della magistratura che si occupano di questi temi con passione e professionalità ogni giorno».
 

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Il Gazzettino