Rapina in banca con ostaggi ma senz'armi: Bonny e Clide sequestrano 9 persone

Rapina in banca con ostaggi ma senz'armi: Bonny e Clide sequestrano 9 persone
Niente armi e nessuna fretta: a viso scoperto, hanno tenuto sotto sequestro nove persone per oltre un'ora, riuscendo anche a scambiare quattro chiacchiere con i loro ostaggi,...

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Niente armi e nessuna fretta: a viso scoperto, hanno tenuto sotto sequestro nove persone per oltre un'ora, riuscendo anche a scambiare quattro chiacchiere con i loro ostaggi, prima di andarsene con un bottino di circa centomila euro.




È la rapina 'anomalà avvenuta ieri pomeriggio all'agenzia di via Boldrini, a Bologna, del Banco di San Geminiano e San Prospero. I banditi, due uomini e una donna, sono entrati senza difficoltà nell'istituto, che a quanto pare è sprovvisto di metal detector all'ingresso, ma del resto pare fossero disarmati e si sono limitati alle minacce verbali («Non fate c... o vi tagliamo la gola») per convincere i dipendenti a consegnare il denaro, dopo avere atteso con calma l'apertura di casse e bancomat temporizzati.



Verso le 16, quando la banca stava per chiudere, è entrata una coppia: lui sui 45, camicia bianca e pantaloni scuri, lei poco più giovane, camicetta chiara e pantaloni neri. Indossavano occhiali da sole e sembravano clienti. L'uomo ha finto di voler fare un bonifico, poi la complice ha raggiunto il cassiere e, afferrandolo per un braccio, gli ha detto che era una rapina: «Se state tranquilli prendiamo i soldi e ce ne andiamo». Nella filiale c'erano tre dipendenti (due cassieri e il direttore), cinque clienti e l'addetto alla pulizie.



«Fate quello che vi diciamo e non vi succederà nulla», hanno detto ancora i rapinatori che, sempre senza mostrare armi, hanno costretto tutti a posare effetti personali e telefonini su una scrivania e a raggiungere l'ufficio del direttore. Dalla bussola è stato fatto entrare il terzo uomo, anche lui a volto scoperto e vestito bene. Una delle casse si è aperta dopo pochi minuti e conteneva 50.000 euro, ma i banditi non si sono accontentati.



Hanno aspettato un'ora, fino alle 17, che si aprisse anche il bancomat con altri 48.000. Nell'attesa uno di loro si è messo a parlare della vita privata, raccontando agli ostaggi di avere famiglia e figli. Prima di andarsene, hanno chiuso tutti in bagno, raccomandando di aspettare almeno 25 minuti prima di dare l'allarme, altrimenti avrebbero «passato dei guai».



La chiamata al 113 è arrivata alle 17.30, un'ora e mezzo dopo l'ingresso in banca. «L'assenza del metal detector suscita qualche perplessità», ha detto il procuratore aggiunto Valter Giovannini, «perchè anche i privati dovrebbero fare la propria parte in tema di sicurezza passiva». All'indomani del 'colpò, la direzione della banca non ha voluto commentare l'accaduto, ma trapela che durante le fasi della rapina la priorità è stata privilegiare la sicurezza dei clienti.



Nell'istituto è intervenuta la Scientifica, alla ricerca di impronte. Acquisite anche le immagini delle telecamere interne, che potrebbero avere immortalato i tre. Le indagini della squadra Mobile sono coordinate dal Pm Giampiero Nascimbeni.
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Il Gazzettino