Bardonecchia, la replica di Parigi irrita il Viminale: operazioni congiunte verso lo stop

Bardonecchia, la replica di Parigi irrita il Viminale: operazioni congiunte verso lo stop
La decisione non è ancora presa, ma il Viminale sta valutando attentamente di interrompere, almeno temporaneamente, la cooperazione transfrontaliera coi francesi in tema di...

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La decisione non è ancora presa, ma il Viminale sta valutando attentamente di interrompere, almeno temporaneamente, la cooperazione transfrontaliera coi francesi in tema di dogane e controllo dei migranti in transito: in pratica, vorrebbe dire niente più operazioni congiunte e soprattutto niente ammissione di agenti armati che si spostano liberamente da un lato all'altro del confine. A irritare il ministero dell'Interno e il Dipartimento di pubblica sicurezza, oltre ai fatti accaduti, è stata la risposta arrivata dalla Francia che dà per scontata l'esistenza di un accordo relativo agli uffici invasi dai doganieri francesi. Questo, sebbene giusto due settimane fa, proprio dall'agenzia delle dogane di Parigi fosse arrivata una mail che citava proprio quello spazio.


LA LETTERA
L'intesa per l'affidamento temporaneo degli uffici adiacenti alla stazione di Bardonecchia era nei fatti decaduta da parecchio tempo, tant'è che Ferrovie, aveva passato la struttura al prefetto di Torino. Quest'ultimo l'aveva affidato al Comune di Bardonecchia, che gestisce assieme all'associazione R4f, Rainbow for Africa, l'assistenza ai migranti identificati lungo il confine, puntando anche a dissuaderli dalla traversata attraverso le montagne.

Il 13 marzo scorso, però, la dirigente delle Dogane francesi Sylvie Philippe scrive a Rfi (gruppo Fs) proprio a proposito di quegli uffici: «Pare - scrive - che ci sia un problema, i nostri servizi non possono penetrare negli uffici che sono stati affidati ad una associazione. Le mando questo messaggio perché desideriamo affrontare l'argomento al più presto possibile». Ferrovie risponde che la questione riguarda ormai la prefettura: «In merito alla richiesta, facciamo presente che questa direzione non è l'interlocutore per l'attuazione dell'accordo del 1963. Vi invitiamo pertanto a rivolgervi al prefetto di Torino».

L'INCONTRO

Era persino stato fissato un incontro tra la prefettura di Chambery e quella piemontese, da tenersi il prossimo 16 aprile in Italia. Ora, se la Francia non farà un passo indietro, è tutto in discussione e sul futuro prossimo peserà, manco a dirlo, la composizione del prossimo governo. In realtà, la conclusione di queste ore è anche il precipitato di un lungo periodo di tensione. Le nuove norme sull'immigrazione francese tendono a scaricare i problemi verso questo lato del confine. Per di più Francia e Germania hanno riattivato i controlli alle frontiere interne Schengen ormai da due anni - il che vuol dire che si controlla chi entra in Francia ma non chi esce dal paese - e si starebbero preparando a notificare un'ulteriore proroga a Bruxelles, in vista della scadenza di maggio. Sguardi torvi anche a proposito di alcuni delicati dossier - Vivendi-Telecom, Fincantieri-Stx - la missione militare italiana in Niger - tutti motivi che portano i rapporti con Parigi in cima alla lista delle priorità del prossimo governo. Tanto più che nel frattempo sono stati accreditati incontri tra i Cinque stelle e il partito di Macron. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino