Confiscati 25 milioni a Diotallevi, boss della Banda della Magliana: anche un attico a Fontana di Trevi

Un attico con vista Fontana di Trevi, e poi auto, moto, società e conti bancari per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Sono stati confiscati beni al...

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Un attico con vista Fontana di Trevi, e poi auto, moto, società e conti bancari per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Sono stati confiscati beni al boss della Banda della Magliana, Ernesto Diotallevi. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo un decreto di confisca.


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Ernesto Diotallevi, è un elemento di spicco della Banda della Magliana, incaricato dal capoclan, Danilo Abbruciati detto 'er Camaleontè, da un lato, di fungere da trait d'union tra l'organizzazione e il mondo economico-finanziario della Capitale e dall'altro di curare le relazioni con esponenti di Cosa nostra siciliana, con particolare riferimento al boss palermitano Pippo Calò, capo mandamento di Portanuova e storico «tesoriere» della mafia, presente a Roma sotto falso nome.

Tra i beni confiscati ci sono anche un'abitazione di assoluto pregio, con vista sulla Fontana di Trevi, di 14 vani e del valore di mercato di circa 4 milioni di euro, e un complesso turistico composto da villette a schiera, fronte mare, nella splendida cornice di Olbia.

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L'operazione costituisce l'epilogo delle indagini patrimoniali, eseguite dagli specialisti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su delega della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, che hanno consentito di documentare come «Diotallevi, sebbene assolto dalla Corte d'Assise di Roma, nel 1996, nell'ambito del noto 'processo alla banda della Maglianà, nonché da plurime accuse di omicidio (tra le altre quella per la morte del banchiere Roberto Calvi), fosse riuscito ad accumulare ingenti fortune, nonostante l'assoluta carenza di fonti di reddito lecite, talora riconducendo la formale titolarità dei beni a compiacenti 'prestanomè».

«La confisca - scrive la Gdf - giunge al termine di un lungo e complesso iter che ha portato la posizione di Diotallevi al vaglio di tutti i gradi di giudizio sino alla Corte di Cassazione la quale, a gennaio 2018, ha annullato il decreto con cui la Corte di Appello, a maggio 2017, aveva disposto, in riforma della decisione del Tribunale risalente a gennaio 2015, la revoca parziale della misura di confisca».


Nello specifico il provvedimento in corso di esecuzione riguarda quote societarie, capitale sociale e patrimonio aziendale di otto società, operanti nel settore della compravendita di immobili, della costruzione di imbarcazioni, del commercio di energia elettrica, dei trasporti marittimi e delle holding (tra cui una società liberiana, titolare di una lussuosa villa sull'Isola di Cavallo in Corsica); veicoli; depositi bancari e polizze vita; opere d'arte; 43 unità immobiliari, tra Roma, Gradara (Puglia) e Olbia (Sassari).
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Il Gazzettino