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Il rientro in Puglia per le vacanze si è trasformato in un incubo per una famiglia originaria della provincia di Lecce e residente a La Spezia, in Liguria. Stavano trascorrendo una giornata al parco acquatico di Gallipoli quando il loro figlio di 7 anni - per motivi che gli investigatori stanno accertando - è finito nella piscina più grande, nel punto in cui l'acqua è più alta, e ha rischiato di annegare. Ora lotta tra la vita e la morte. Ad accorgersi di lui, quando ormai galleggiava incosciente, è stato suo padre che ha dato l'allarme. Lo staff del parco ha attivato la macchina dei soccorsi.
I soccorsi
I bagnini sono intervenuti.
Le testimonianze
Secondo alcune testimonianze raccolte anche dalla polizia all'acqua park, il piccolo non indossava i braccioli ma nessuno lo avrebbe visto in difficoltà in acqua, oppure chiedere aiuto. Nell'area dove si trova la piscina non ci sono telecamere di sorveglianza e questo rende ancora più difficile ricostruire la dinamica dell'accaduto. Sul luogo dell'incidente è intervenuto anche il magistrato di turno della procura per i Minorenni che non ha disposto il sequestro della piscina. Forse il piccolo è sfuggito al controllo dei genitori e si è allontanato cadendo nella piscina. Forse ha accusato un malore mentre era in acqua.
Le eventuali responsabilità
Sono in corso verifiche su eventuali responsabilità. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, quello degli incidenti in acqua e delle conseguenti morti per annegamento è un «bollettino tragico ma evitabile». Si parla, solo in Italia, di una media di 328 vittime all'anno, «in particolare tra bambini e giovani». E' la stagione estiva quella in cui il fenomeno registra i numeri più elevati. Dal mese scorso si contano già tre casi: il 16enne trovato morto il 15 giugno a Cagliari; il piccolo Michel, di 4 anni, ritrovato privo di sensi in una vasca del centro acquatico di Castrezzato, vicino a Bergamo. E il bimbo di due anni morto il 3 luglio nella piscina del cortile di casa a Sant'Antonio in Mercadello, nel Modenese. Il presidente di Assopiscine, Ferruccio Alessandria, ricorda che «da tempo chiediamo una legge nazionale sulla sicurezza nelle piscine, che imponga standard minimi e obblighi chiari: la segnalazione chiara dei livelli di profondità e l'impiego di sistemi di sicurezza passiva - afferma - sono elementi essenziali per prevenire simili tragedie».
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