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Dal caffè con Gualtieri al pranzo con Conte. Il piatto forte, per Virginia Raggi, è sempre il ballottaggio, l'appoggio al candidato del Pd che l'ex premier e neo-leader 5 Stelle vorrebbe accordare, almeno con la formula blanda del «voto personale» (risiede a Roma), e che la sindaca uscente invece respinge a testa bassa. «L'intesa nazionale M5S-Pd? A Roma sarò all'opposizione», ha detto anche ieri all'ex ministro dell'Economia, incontrato in Campidoglio di prima mattina, davanti a un espresso (per lui) e a una tazza d'orzo (per lei).
Il futuro di Virginia Raggi
La sindaca sconfitta, ormai quasi ex, arrivata quarta al primo turno, punta comunque a far valere il 19% racimolato nelle urne. Non tanto, non solo per la partita romana di domenica e lunedì. Ma soprattutto per il futuro: il suo ruolo ai vertici del nuovo Movimento è già nel comitato dei garanti, sponsorizzata da Grillo, che sarà presieduto da Luigi Di Maio, eletto ieri sera all'unanimità con un profilo marcatamente contrario al nuovo Ulivo, in antitesi al corso impresso dal fu avvocato del popolo. Ecco allora la strategia di Raggi: restare in minoranza sugli scranni dell'Assemblea capitolina, col ruolo di capogruppo del M5S. Ma anche strutturare le sue liste civiche, 5 cartelli affiancati al simbolo del Movimento, che alle elezioni hanno raccolto il 7% di preferenze (più l'11% del M5S, che «senza Virginia dicono i fedelissimi non sarebbe mai arrivato in doppia cifra»).
Animi agitati nel M5S
Una corsa verso le elezioni politiche di inizio 2023.
Tra rifiuti («non andrò») di alcuni parlamentari e altri non convocati che si lamentavano: «Virginia non ha chiamato chi è pro-Gualtieri». Risultato: forse l'adunata traslocherà altrove. Raggi fiutata l'aria interviene: «Non farò una corrente». Ma il clima è questo. Poi c'è Conte, appunto. Che ieri ha incontrato Raggi a pranzo e che loda Gualtieri: «Come mio ministro ha lavorato bene». A una manciata di giorni dal ballottaggio l'ex premier vorrebbe dire di più (magari oggi in tv). Enrico Letta, il segretario Pd, gioca di sponda: con i 5 Stelle, incalza, «siamo diversi, ma andiamo d'accordo e andiamo verso un'alleanza molto stretta e organica».
Il Gazzettino