Dal caffè con Gualtieri al pranzo con Conte. Il piatto forte, per Virginia Raggi, è sempre il ballottaggio, l'appoggio al candidato del Pd che l'ex premier e neo-leader 5 Stelle vorrebbe accordare, almeno con la formula blanda del «voto personale» (risiede a Roma), e che la sindaca uscente invece respinge a testa bassa. «L'intesa nazionale M5S-Pd? A Roma sarò all'opposizione», ha detto anche ieri all'ex ministro dell'Economia, incontrato in Campidoglio di prima mattina, davanti a un espresso (per lui) e a una tazza d'orzo (per lei).
Il futuro di Virginia Raggi
La sindaca sconfitta, ormai quasi ex, arrivata quarta al primo turno, punta comunque a far valere il 19% racimolato nelle urne.
Animi agitati nel M5S
Una corsa verso le elezioni politiche di inizio 2023. Raggi, non è un mistero, punta a un seggio alla Camera dei deputati. Per centrare l'obiettivo, però, ha bisogno di tirare ancora le fila del Movimento romano, contrastando l'area di Roberta Lombardi, che dopo il tonfo elettorale si è rafforzata, e che nel Lazio ha già un accordo col Pd di Zingaretti in Regione. Che gli animi siano agitati, nel M5S capitolino, si capisce dal nervosismo riversato nelle chat dopo l'invito di Raggi nella nuova sede del partito, per fare il punto post-voto.
Tra rifiuti («non andrò») di alcuni parlamentari e altri non convocati che si lamentavano: «Virginia non ha chiamato chi è pro-Gualtieri». Risultato: forse l'adunata traslocherà altrove. Raggi fiutata l'aria interviene: «Non farò una corrente». Ma il clima è questo. Poi c'è Conte, appunto. Che ieri ha incontrato Raggi a pranzo e che loda Gualtieri: «Come mio ministro ha lavorato bene». A una manciata di giorni dal ballottaggio l'ex premier vorrebbe dire di più (magari oggi in tv). Enrico Letta, il segretario Pd, gioca di sponda: con i 5 Stelle, incalza, «siamo diversi, ma andiamo d'accordo e andiamo verso un'alleanza molto stretta e organica».