Fino a tre anni. Chi utilizzerà l’auto blu a fini personali rischierà un processo per peculato d’uso. Lo stabilisce una legge in discussione in...
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La pena è una reclusione minima di sei mesi. Dalla legge arriva dunque una stretta sull’abuso delle auto blu. Non è escluso che il provvedimento possa essere inserito in uno dei decreti attuativi della pubblica amministrazione. Al momento il testo base sul quale da oggi si comincerà a votare in Commissione è quello del pentastellato Sorial. Ma la proposta presentata a luglio 2015 è stata profondamente cambiata.
Si proroga, per esempio, al 31 dicembre 2017 il divieto di nuove acquisizioni. Le auto in dismissione quindi non saranno sostituite. E si prevede una sorta di multa, fino a 10mila euro, per chi non rispetta i limiti d’acquisto e per quei dirigenti che non comunicano l’elenco delle dotazioni. La sanzione pecuniaria viene comminata direttamente dall’Autorità nazionale anticorruzione. Sarà dunque una legge ad hoc a mettere ordine alla giungla di atti amministrativi per capire chi ha diritto ad usare l’auto blu e a fissare dei paletti sull’utilizzo. Finora veniva escluso il reato di peculato d'uso «in caso di uso momentaneo di un'autovettura di servizio».
IL CENSIMENTO
L’ultimo censimento si è chiuso il 29 febbraio. Il parco auto delle pubbliche amministrazioni si è ridotto passando dalle 66.619 autovetture del 2014 alle 23.203 del 2015. Dati forniti nei giorni scorsi dal sottosegretario Rughetti. Le amministrazioni centrali hanno risposto alle richiesta dell’esecutivo di fornire ogni indicazione utile, meno puntuali sono state le regioni e le città metropolitane. Ma per M5S i tagli non sono ancora sufficienti.
«Occorre eliminare del tutto questo anacronistico e dispendioso status symbol», protestano i grillini proponendo «una vendita all’asta» delle auto «su piattaforma elettronica» destinando i proventi al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese.
Il Gazzettino