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AstraZeneca, restano ancora gravissime le condizioni di Mario Turrisi, l'avvocato di 45 anni colpito da una trombosi. Il 12 marzo era stato vaccinato con AstraZeneca, poi a distanza di qualche giorno ha cominciato ad accusare i primi malori. La situazione è peggiorata a Pasqua, quando è sopraggiunta un'emorragia cerebrale e quindi il ricovero al Policlinico di Messina. Da ieri mattina le sue condizioni di salute si sono aggravate ulteriormente ed è intubato nel reparto terapia intensiva.
La tac ha mostrato una sospetta emorragia cerebrale. E la successiva risonanza magnetica ha fatto diagnosticare una trombosi dei seni venosi con un infarto venoso emorragico. Le condizioni sono al momento gravissime. La procura di Patti (ME) ha aperto un’indagine.
AstraZeneca, Renzi: «Mia moglie positiva dopo il vaccino. Contagiato anche mio figlio di 18 anni»
La notizia ha scosso Tusa, il paese in provincia di Messina dove vive il noto professionista.
«È importante sottolineare che tutti vaccini anti-Covid disponibili sono sostanzialmente comparabili nell'efficacia. Gli eventi avversi vanno evidenziati, come in ogni approccio terapeutico e farmacologico, ma le trombosi di cui si parla restano eventi rarissimi». Lo ha detto a Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano. «Si perde in alcuni casi - spiega il virologo - il vero rapporto fra il pericolo della malattia e il pericolo di un vaccino, e spesso si sbaglia pensando che sia meglio non vaccinarsi». I vaccini, chiarisce, «evitano la malattia, soprattutto quella grave, ma studi ad hoc dimostrano che i vaccini hanno anche la capacità e la possibilità di sterilizzare la persona che si vaccina e impedire in gran parte di contagiare gli altri. È un elemento importante che ci aspettavamo, mancava l'oggettività del dato scientifico che si sta acquisendo grazie agli studi e all'applicazione su grande scala di queste vaccinazioni». Vaccino low cost in arrivo dall'America, primi test sull'uomo in Brasile e Messico Quanto ai problemi organizzativi, «andrebbero visti in un tempo un pò più lungo perché l'organizzazione è davvero complessa. Mentre le nubi sulle dosi mi inquietano perché in questa guerra al virus le munizioni sono fondamentali come l'aspetto organizzativo che credo si sia ora ben oliato. Credo- ha concluso Preglisco - già si vedano bei risultati negli anziani ricoverati nelle Rsa e nei casi fra gli operatori sanitari precipitati quasi a zero».
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Il Gazzettino