Infermiera uccide figli di 7 e 9 anni con un'iniezione, poi si suicida. Trovate due lettere

Con un'iniezione ha tolto la vita ai figli, poi si è uccisa. Un'ex infermiera di 48 anni, Marisa Charrère, ha ucciso - in base ai primi rilievi della polizia...

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Con un'iniezione ha tolto la vita ai figli, poi si è uccisa. Un'ex infermiera di 48 anni, Marisa Charrère, ha ucciso - in base ai primi rilievi della polizia - i piccoli di 7 e 9 anni e poi si è tolta la vita. È accaduto nella notte in un'abitazione nel centro di Aymavilles, paese a pochi chilometri da Aosta: il marito, della Forestale, non era in casa ma è stato lui ha trovare i corpi. Sotto choc, è stato ricoverato in psichiatria


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Secondo una prima ricostruzione della polizia la donna, infermiera all'ospedale di Aosta, ha praticato ai due bambini una iniezione con farmaci presi in reparto. Poi si è uccisa con lo stesso sistema. 

Nissen, 7 anni, e Vivien, 9 sono stati prima sedati e poi uccisi con un'inizione di potassio, la sostanza che viene utilizzata anche per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti. Sono stati trovati vestiti, non con il pigiama. I due corpi erano vicini, adagiati su un divano letto, all'interno dello studio della casa, posizionato sul retro del soggiorno, al piano inferiore. Il corpo della madre era invece riverso a terra, in soggiorno.

Prima di uccidere i bimbi e togliersi la vita, la donna ha scritto due lettere nelle quali racconta del
«peso insopportabile delle avversità della vita». Da bambina la donna aveva preso il padre in un incidente stradale e 18 anni fa il fratello. Quando il marito Osvaldo Empereur è rientrato a casa, colto da malore, è stato ricoverato in ospedale.
 
Il pm Carlo Introvigne ha compiuto nella notte un sopralluogo nell’abitazione della famiglia Empereur, insieme agli uomini del Commissario Capo della Squadra Mobile della questura di Aosta Eleonora Cognigni. Dato al medico legale l'incarico di effettuare le autopsie.

Il sindaco
«Il paese è sgomento, è una tragedia troppo, ma troppo grande, c'è solo tanto dolore». Così Loredana Petey, sindaco di Aymavilles, commenta in lacrime l'accaduto.

«È difficile da accettare e da elaborare quanto è accaduto, - prosegue - non ho parole, c'è solo tanto dolore, adesso tutta la comunità stringersi intorno a questa famiglia, perché hanno bisogno di tutti noi, questo è l'invito che faccio alla mia comunità».

 

Era «lucida e tranquilla» Marisa Charrere nella giornata di ieri, poche ore prima di uccidere i figlioletti e di togliersi la vita. È quanto emerge da uno scambio di sms con alcune colleghe infermiere per discutere di lavoro. La donna era in servizio nel reparto di Cardiologia. «Non abbiamo nulla da dire», dichiara al telefono la caposala.

«Non so se lei fosse depressa, non ha mai dato avvisaglie. Non li ho mai sentiti litigare». A parlare è Simone Reitano, vicino di casa della famiglia di Marisa Charrere. «Era una famiglia modello, affiatatissima. Mai uno screzio. I bambini giocavano spesso qui in cortile, con la bici, e andavano in montagna, facevano sci da fondo».

«Poco prima della mezzanotte ho sentito un rumore di sedie, poi delle urla. Quindi il silenzio. Pensavo che giocassero, chi avrebbe mai immaginato quello stava succedendo. Osvaldo è rientrato a casa poco più tardi». Lo racconta Rita, madre di Simone Reitano, vicino di casa della famiglia Empeurer. «Osvaldo, il marito, dopo essere entrato in casa, ha visto la scena - ricorda - e poi è uscito. Mi ha detto 'Marisa, Marisa ha ammazzato i figli e si è ammazzata lei!' Non riuscivano a portarlo via».


L'uomo è ora ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Aosta. Lavora come agente del Corpo forestale della Valle d' Aosta (in servizio nella caserma di Arvier). Anche la madre di Marisa Charrere ha avuto un malore ed in mattinata è stata condotta in ospedale.
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Il Gazzettino