Alvin torna finalmente in Italia. È sopravvissuto all'inferno, al lutto, all'abbandono, alla violenza e il suo piccolo cuore sanguina ancora. Ha appena 11 anni ma...
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A Barzago, il paesino in Lombardia, era rimasto solo il padre, Afrim Berisha, un operaio di 50 anni di nazionalità albanese, trasferitosi in Italia in pianta stabile, integrandosi completamente.
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NEL CAMPO PROFUGHI
A riportarlo a casa con una operazione difficilissima dal punto di vista diplomatico sarà la Croce Rossa Internazionale che si è avvalsa del supporto di diversi Paesi, la Siria, l'Italia, la Turchia. Il suo arrivo è previsto per domani. Alvin a seguito della morte della mamma, morta in un raid aereo, era stato portato nel campo profughi di al Hol, a Nord Est della Siria, vicino all'Iraq e alla Turchia. Era uno dei tanti bambini orfani di terroristi o terroriste dell'Isis, di origini europea, sui quali la comunità internazionale ha aperto un dibattito per decifrare quale sia la loro effettiva nazionalità, visto che molti di loro sono nati durante la guerra da cittadinii francesi, tedeschi, belgi, svedesi. In questi giorni il presidente della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca è volato in Siria con un unico obiettivo, riportare in Italia il piccolo Alvin la cui storia ha commosso tanti italiani. A farla conoscere in tv era stata la trasmissione delle Jene. Il padre non appena era venuto a sapere di dove fosse il figlio, si era precipitato in Siria, anche se non aveva potuto riportarlo indietro. Non era facile farlo espatriare. Un garbuglio diplomatico chesuccessivamente è arrivato anche sul tavolo del ministro degli Esteri Di Maio e del presidente del Consiglio Conte. L'arrivo del bambino dovrebbe essere previsto per domani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino