Alvin torna in Italia, il piccolo portato nel Califfato dalla madre: la donna è morta in Siria

Giovedì 7 Novembre 2019 di Franca Giansoldati
Alvin torna in Italia, il piccolo portato nel Califfato dalla madre: la donna è morta in Siria

Alvin torna finalmente in Italia. È sopravvissuto all'inferno, al lutto, all'abbandono, alla violenza e il suo piccolo cuore sanguina ancora. Ha appena 11 anni ma ha già visto tutto il male possibile. L'orrore delle bombe, dei mitra che falciano le persone come birilli, ha visto cadere nel sangue persino la mamma che lo aveva rapito, cinque anni fa, da un paesino vicino a Lecco per trasferirsi con lui in Siria dopo avere abbracciato il richiamo lugubre del Califfato, ed essersi radicalizzata.
A Barzago, il paesino in Lombardia, era rimasto solo il padre, Afrim Berisha, un operaio di 50 anni di nazionalità albanese, trasferitosi in Italia in pianta stabile, integrandosi completamente.
 



Al Baghdadi morto, ora Isis ha un nuovo capo: Al Qardash, un ex ufficiale di Saddam Hussein
 
 

NEL CAMPO PROFUGHI
A riportarlo a casa con una operazione difficilissima dal punto di vista diplomatico sarà la Croce Rossa Internazionale che si è avvalsa del supporto di diversi Paesi, la Siria, l'Italia, la Turchia.
Il suo arrivo è previsto per domani. Alvin a seguito della morte della mamma, morta in un raid aereo, era stato portato nel campo profughi di al Hol, a Nord Est della Siria, vicino all'Iraq e alla Turchia. Era uno dei tanti bambini orfani di terroristi o terroriste dell'Isis, di origini europea, sui quali la comunità internazionale ha aperto un dibattito per decifrare quale sia la loro effettiva nazionalità, visto che molti di loro sono nati durante la guerra da cittadinii francesi, tedeschi, belgi, svedesi. In questi giorni il presidente della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna Rossa, Francesco Rocca è volato in Siria con un unico obiettivo, riportare in Italia il piccolo Alvin la cui storia ha commosso tanti italiani. A farla conoscere in tv era stata la trasmissione delle Jene. Il padre non appena era venuto a sapere di dove fosse il figlio, si era precipitato in Siria, anche se non aveva potuto riportarlo indietro. Non era facile farlo espatriare. Un garbuglio diplomatico chesuccessivamente è arrivato anche sul tavolo del ministro degli Esteri Di Maio e del presidente del Consiglio Conte. L'arrivo del bambino dovrebbe essere previsto per domani.

Ultimo aggiornamento: 12:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci