Alpinista salvato nel Cuneese, era rimasto appeso a una roccia 8 ore. Un morto sulla Presolana

Alpinista salvato nel Cuneese, era rimasto appeso a una roccia per otto ore
Giornata di lutto e di apprensione sulle Alpi per una serie di incidenti: una vittima sulle Prealpi bergamasche e un salvataggio molto complicato lungo 8 ore in Valle Maira, in...

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Giornata di lutto e di apprensione sulle Alpi per una serie di incidenti: una vittima sulle Prealpi bergamasche e un salvataggio molto complicato lungo 8 ore in Valle Maira, in Piemonte, dove oggi ci sono stati altri tre interventi del Soccorso Alpino con l'eliambulanza. Sulla Presolana, nelle Prealpi bergamasche, è morto un escursionista di 67 anni, di Vertova (Bergamo). Tra giovedì e venerdì aveva deciso di pernottare in quota per poi salire sulla cima, ma non aveva fatto rientro e non aveva più dato notizie di sé. Nella serata di venerdì i familiari hanno chiamato il 112.

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Le squadre del soccorso alpino, con l'aiuto di un mezzo dell'elisoccorso di Brescia di Areu abilitato per il volo notturno, hanno perlustrato la zona della Grotta dei Pagani. Il corpo, ormai senza vita, è stato trovato alla base della parete nord-ovest. In Valle Maira, nel Cuneese, un alpinista è rimasto otto ore sospeso in parete a 2.500 metri di quota. Insieme a un compagno stava scalando il Camino Palestro per raggiungere la Rocca Castello quando è precipitato per una decina di metri: la corda lo ha trattenuto. Ha riportato un trauma al torace e a un braccio, oltre a varie contusioni. Niente di grave. Però, per quanto fosse esperto e preparato, non era in condizioni di proseguire.

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«È stato un intervento difficile», commenta Luca Giaj Arcota, 52 anni, presidente del Soccorso alpino e spelelogico piemontese, che ha partecipato alle operazioni. «La nostra squadra cuneese - spiega - ha fatto un lavoro eccelso. L'alpinista aveva solo alcuni traumi, ma finché non lo raggiungi non puoi saperlo». I soccorritori, tra cui una sanitaria, si sono portati a piedi o con gli sci fino al Colle Greguri (2.319 metri), da dove hanno potuto scegliere l'itinerario più adatto per raggiungere i due alpinisti. Una zona impervia, tra pareti di roccia e terreno misto di neve e ghiaccio. Il recupero si è svolto «dall'alto». L'alpinista, sempre tenuto in contatto con una operatrice sanitaria per il monitoraggio delle sue condizioni fisiche, è stato recuperato con un articolato sistema di paranchi; poi, insieme agli operatori, è sceso per una via che nel frattempo era stata attrezzata con delle corde fisse. Dal Colle Greguri alla zona di Chiappera (nel territorio del Comune di Acceglio) ha potuto proseguire a piedi. Quindi è stato accompagnato in ospedale. Nelle operazioni di salvataggio sono state impegnate 16 persone.

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«Per fortuna . Sottolinea Giaj Arcota - in quel punto la ricezione dei cellulari era ottimale e il contatto, così, è stato costante. La collaborazione con guardia di finanza e vigli del fuoco è stata ottima. Se il ferito fosse stato in condizioni più gravi, l'Esercito era pronto a decollare con un elicottero alle prime luci dell'alba». Tre sono stati oggi gli interventi del soccorso alpino in provincia di Torino. In Valle di Susa uno scialpinista di 50 anni è precipitato per quasi 200 metri durante una discesa nei pressi del Canale Ungherini, nella zona della Punta Charrà (nel territorio del comune di Oulx) ed è rimasto ferito. Pochi minuti dopo il recupero - con elisoccorso e unità cinofile da valanga - è arrivata una nuova chiamata: sulla strada innevata che conduce al rifugio Selleries, nel Comune di Roure, in valle Chisone, un escursionista era scivolato e aveva battuto la testa. È stato portato in ospedale con l'eliambulanza. Dopo un paio d'ore è giunta la terza segnalazione: uno scialpinista caduto poco sotto il colle della Rho, a Bardonecchia. Della sua comitiva faceva parte anche un medico, che gli ha prestato i primi soccorsi e ha individuato un possibile pneumotorace. Anche in questa occasione si è alzato in volo un elicottero per il trasporto in ospedale.

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Il Gazzettino