Si è appostato sotto casa, aspettando in silenzio l’arrivo del nipote, un avvocato. Poi, ha tirato fuori la pistola e ha sparato tre colpi, centrando la vittima alla...
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Un’ora dopo il delitto, lo zio, il 72enne Antonio Sgrò, ha telefonato ai carabinieri. «Sono stato io ad ucciderlo, venite a prendermi», ha confessato al telefono. «L’ho ucciso – ha spiegato poi - per questioni di eredità». L’agguato si è consumato nella tarda mattinata di oggi, nel cortile di una palazzina nella zona nord di Locri, dove vittima e carnefice vivevano sullo stesso pianerottolo. I primi a giungere sul posto sono stati gli agenti del commissariato di Siderno.
Gli inquirenti grazie ad alcuni testimoni hanno ricostruito la dinamica. Manca un quarto d’ora all’una, quando il legale chiude lo studio per fare rientro a casa. Non sa che nel cortile del condominio, nascosto in un angolo, c’è lo zio che lo aspetta. Quando vede il nipote l’uomo esplode tre colpi di pistola da distanza ravvicinata, lasciandolo sanguinante a terra.
Antonio Sgrò ha messo nero su bianco i motivi che lo avrebbero spinto ad assassinare il nipote.
Incredulo il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, il primo cittadino ha addirittura rinviato il consiglio comunale: «Un dramma familiare, siamo profondamente addolorati. E’ stato ucciso – ha affermato – un professionista stimato e apprezzato dall’intera comunità». A Locri non si sparava da quasi un decennio. L’ultimo agguato risale al 2009. Venne assassinato in strada Domenico Cavalieri, 40 anni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino