Luci alle finestre e un francobollo: il ricordo è ancora più forte

Il francobollo commemorativo
LONGARONE - Luci alle finestre delle case, edifici pubblici bellunesi con un cero sui davanzali, un concorso per gli studenti delle scuole medie e superiori, d'intesa con il...

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LONGARONE - Luci alle finestre delle case, edifici pubblici bellunesi con un cero sui davanzali, un concorso per gli studenti delle scuole medie e superiori, d'intesa con il ministero dell'Istruzione, e, come ogni anno, una celebrazione al cimitero monumentale di Fortogna. Pur senza la visibilità dello scorso anno, quando si celebrò il mezzo secolo dal disastro, l'anniversario della tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963 polarizza ancora una volta l'attenzione su Longarone, municipalità che oggi è stata anche destinataria di un messaggio del premier Matteo Renzi. La data è stata ricordata anche dalla commissione del 32° premio "Giuseppe Mazzotti", a Treviso, dedicato alla letteratura di montagna e che proprio oggi ha proclamato i vincitori.




Dopo l'impulso dato lo scorso anno alla ricorrenza, con giornate di studio riservate alla protezione civile, con l'intervento di esponenti del governo Letta e con altre iniziative in più campi, l'interesse per l'evento pare essere cresciuto. Il numero di persone che si sono recate negli ultimi 12 mesi a visitare la diga e quello che rimane del bacino tracimato a causa della frana dal monte Toc risulta infatti sensibilmente aumentato, così come quello di chi ha reso omaggio alle tombe di Fortogna e ha visitato il museo realizzato con gli oggetti raccolti nella valle devastata nei giorni immediatamente successivi alla tragedia.



Anche Poste Italiane ha emesso oggi un francobollo commemorativo in distribuzione in Italia in 800 mila esemplari. In seguito all'evento del 9 ottobre del 1963 i morti accertati furono 1910, in grande maggioranza residenti a Longarone.



«Dopo 51 anni possiamo dire che tutto il mondo conosce la nostra tragedia, la tenacia con cui abbiamo saputo coltivare la memoria ha fatto del Vajont un monito universale. Questa volta, per la prima volta, proviamo a ricordarla con semplicità, senza clamori». È uno dei passaggi dell'intervento pronunciato oggi dal sindaco di Longarone, Roberto Padrin, in occasione della celebrazione del 51/o anniversario dell'evento. «La lezione del Vajont - ha aggiunto - ci insegna che oggi più che mai occorre dare speranza e sicurezza alle nostre comunità. È la motivazione che mi impone di invocare, quotidianamente, l'attenzione verso la sicurezza dei territori che viviamo, affinché non si debba trovarsi ancora a declinare altri dolori, per superficialità, omissioni, incuria, se non addirittura spregiudicatezza».



Padrin ha anche rilevato come «solo un paio di mesi fa, nella vicina Refrontolo (Treviso), abbiamo assistito ad una tragedia che ci ha profondamente colpito, con una genesi chiaramente diversa ma ugualmente fatta di superficialità e poco rispetto della natura. Anche in questo caso - ha proseguito - mi sento di dire che il Vajont non ha insegnato nulla». Il primo cittadino ha quindi annunciato la volontà di «proporre la candidatura del 'fondo processuale del Vajont' per la registrazione documentale entro il prestigioso International Memory of the Register dell'Unesco. La candidatura del 'Vajont memoria del mondo' è dunque decollata e nelle prossime settimane - ha precisato infine - comincerà l'attività per predisporre la richiesta di nomination, attraverso una collaborazione tra la nostra Fondazione Vajont, l'Archivio di Stato di Belluno e l'Associazione Tina Merlin».
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Il Gazzettino