Espulsi due fratelli terroristi Alfano: «Nessuno è a rischio zero»

Espulsi due fratelli terroristi Alfano: «Nessuno è a rischio zero»
VERONA - «Con altre due espulsioni - afferma Alfano - sono stati mandati via dall'Italia due fratelli tunisini: Jouini Ghazi, di 29 anni - che si trovava a Verona ed era in...

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VERONA - «Con altre due espulsioni - afferma Alfano - sono stati mandati via dall'Italia due fratelli tunisini: Jouini Ghazi, di 29 anni - che si trovava a Verona ed era in Italia senza permesso di soggiorno -, molto attivo sul web con pubblicazioni e consultazioni di materiale di matrice jihadista, e il fratello di 30 anni, Mohamed - in attesa della definizione della procedura di emersione - che, con il fratello, condivideva circuiti relazionali nella chiave di una radicale interpretazione del credo islamico».


«Le espulsioni - prosegue il responsabile del Viminale - rispondono concretamente al processo di depotenziamento di quella rete di collegamenti che, soprattutto via internet, possono rappresentare fonti di rischio di qualsiasi livello. L'impegno e il lavoro delle Forze di Polizia, integrato dal prezioso contributo delle Agenzie di Sicurezza, sono incessanti e si basano anche su rapporti di collaborazione internazionale, perché nessun Paese, oggi, può dirsi a rischio zero».

Jouini Ghazi, uno dei due fratelli tunisini espulsi dall'Italia, esaltava su Twitter l'Isis nel giorno in cui è stato diffuso il video della decapitazione dei copti. Il messaggio, come altri inneggianti allo jiadismo, ha fatto scattare l'allarme della Digos di Verona, allertata dall'intelligence. L'indagine che ha portato all'individuazione dei due tunisini è coordinata dalla Procura antimafia di Venezia, e potrebbe avere altri sviluppi.



I fratelli erano in possesso di sei computer portatili e di vari telefonini, un fatto sul quale i magistrati vogliono ora fare chiarezza. Con i portatili gli agenti della Questura di Verona hanno sequestrato nella loro abitazione anche altro materiale, ora al vaglio degli investigatori. I due fratelli, in particolar modo Jouini, avevano una intensa attività sul web. Non lavoravano, frequentavano la locale moschea e per spostarsi nel capoluogo scaligero usavano una bicicletta. Jouini era in Italia come irregolare, mentre Mohamed aveva chiesto un anno fa di regolarizzare la propria posizione con un permesso di soggiorno. Provvedimento mai concesso proprio perché sull'uomo erano in corso degli accertamenti. «È stata una silenziosa attività fatta dalla Digos - ha detto il questore di Verona, Vito Danilo Gagliardi - che da quando sono giunte precise indicazioni ha sempre operato, monitorando tutti gli ambienti e approfondendo le informazioni anche dei servizi».
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Il Gazzettino