Agenti in difesa della professionalità: arrivano le penne "anti denuncia"

Agenti in difesa della professionalità: arrivano le penne "anti denuncia"
ROVIGO - Rovigo è la prima questura in Veneto a sperimentarle le spy-pen. Ossia le penne con telecamera incorporata che saranno fornite a 150 poliziotti in servizio in Polesine....

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ROVIGO - Rovigo è la prima questura in Veneto a sperimentarle le spy-pen. Ossia le penne con telecamera incorporata che saranno fornite a 150 poliziotti in servizio in Polesine. Tutti quelli iscritti al Sap, il Sindacato autonomo di polizia. Lo scopo è chiaro: mettere a disposizione degli operatori della sicurezza uno strumento che faccia da schermo contro le denunce strumentali che spesso vengono loro rivolte per presunti abusi commessi in servizio.


Le penne hanno una capacità di 8 giga. Sufficiente a registrare per circa cinque ore. Considerando che un turno ne dura sette e che ovviamente all'interno di questo non mancano i tempi morti, la capacità di memoria appare più che sufficiente alla bisogna giornaliera.



L'iniziativa è stata presentata ieri in questura dai vertici del Sap: il segretario provinciale Fabio Ballestriero, quello nazionale Michele Dressadore, che è rodigino, e il segretario generale Gianni Tonelli.

«Dobbiamo partire da un dato chiaro e incontrovertibile - spiega Dressadore - Nel 75% dei casi le denunce contro poliziotti che arrivano a dibattimento si traducono in assoluzioni». Nonostante questo non è un cammino facile da sostenere, né dal punto di vista professionale né umano: spesso servono anni prima di vedere riconosciuta la propria estraneità ai fatti. In una situazione di questo tipo la presenza delle telecamere "da penna" ha uno scopo di deterrente.



«Negli Stati Uniti - dice Ballestriero - si è visto che l'introduzione delle telecamere ha immediatamente fatto calare del 95% le denunce a carico degli operatori della sicurezza». Ovviamente l'impiego in servizio di questi dispositivi è stato sottoposto sia all'amministrazione dell'Interno che al Garante della privacy e le pronunce sono state favorevoli. «La nostra iniziativa - chiude Ballestriero - evidentemente non è passata inosservata a livello centrale. Dal momento che il ministero stesso ora sta pensando a una sperimentazione in proprio, anche se con dispositivi diversi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino