ROVIGO - Una poltrona per 10 candidati sindaci, sostenuti da 19 liste. La politica rodigina non è riuscita a fare sintesi. E anche questa volta fioccano aspiranti primi...
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Tutto un «tira e molla» questo inizio di campagna elettorale. A partire dalle primarie del centrosinistra, che hanno visto vincitriceNadia Romeo, che sono state una lotta senza esclusione di colpi. Nonostante i dissapori e l'uscita di scena, subito dopo l'esito delle urne, dello sfidante più quotato, Alessandro Monini, alla fine la coalizione si è ricompattata.
Più a sinistra la situazione è rimasta frammentata. Sel e Rifondazione comunista non hanno partecipato alle primarie e non si sono unite nemmeno in seguito. Per il primo partito il volto immagine della corsa a Palazzo Nodari è Giovanni Nalin. Livio Ferrari, invece, è sostenuto da tre liste: Liberi cittadini per il Polesine, di cui fanno parte molti grillini rodigini delusi, Coscienza comune e La sinistra per l'altra Rovigo, riconducibile al Prc. Nel centrosinistra si colloca anche Silvia Menon con la sua civica, che non vuole alcuna etichetta di partito: «Ci dissociamo dai loro simboli e dalle loro vecchie storie» ha precisato nella sua presentazione.
Ivaldo Vernelli, ex assessore dei Verdi negli anni Novanta, è la figura scelta dal Movimento cinque stelle: «So che non sarò mai sindaco. Ma sarò una spina nel fianco di tutti coloro che appartengono alla vecchia politica».
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Il Gazzettino