I periti del giudice: «Ci sono rifiuti tossici sotto la Valdastico»

I periti del giudice: «Ci sono rifiuti tossici sotto la Valdastico»
VICENZA - Ci sono rifiuti tossici sotto l’autostrada Valdastico Sud. Lo hanno accertato i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, Andrea Odoardo...

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VICENZA - Ci sono rifiuti tossici sotto l’autostrada Valdastico Sud. Lo hanno accertato i periti nominati dal giudice per le indagini preliminari di Venezia, Andrea Odoardo Comez, i quali hanno rinvenuto tracce di sostanze pericolose in più di un’area di quelle oggetto di carotaggi.


I dettagli relativi a quantità e tipologie di sostanze identificate nel sottosuolo saranno illustrati dai tre esperti - il professor Giuseppe Cantisani dell’Università di Roma, il chimico Luigi Colugnati dell’Arpa del Friuli Venezia Giulia e il geologo Francesco Benincasa - nel corso dell’udienza fissata per il prossimo 3 novembre, alla quale parteciperanno anche i consulenti tecnici nominati dalla difesa, i quali hanno seguito tutte le fasi di ricerca e analisi dei campioni assieme ai periti del gip. È probabile che la discussione sarà accesa e le conclusioni tra periti del giudice e consulenti della difesa non coincideranno, in particolare per quanto riguarda le motivazioni relative alla presenza degli inquinanti.

Nell’inchiesta sul presunto traffico illecito di rifiuti, condotta dal sostituto procuratore antimafia di Venezia, Rita Ugolini, risultano indagate 27 persone, tra cui il commissario straordinario straordinario della Provincia di Vicenza, Attilio Schneck, 58 anni, chiamato in causa in qualità di presidente della società autostradale Padova-Brescia; Flavio Orlandi, 63 anni, presidente della Serenissima costruzioni di Verona; Valeria Caltana, 54 anni, presidente della Mestrinaro spa di Zero Branco; Antonio Beltrame, 64 anni, presidente della Acciaierie Beltrame di Vicenza.

La Procura ha avviato gli accertamenti ipotizzando che nel sottosuolo, tra Longare e Agugliaro, siano stati sversati oltre 150mila metri cubi di scorie di acciaieria non bonificate e quindi potenzialmente nocive. È stata la segnalazione di un'associazione ambientalista a dare il via alle indagini: nell’esposto veniva riferito un episodio denunciato ad Albettone dal proprietario di un cane che morì dopo aver bevuto da una pozza d’acqua vicina al cantiere. Il pm Ugolini ha preliminarmente eseguito una serie di accertamenti, per poi chiedere una perizia con tutte le garanzie per la difesa, in modo che i risultati dei prelievi effettuati sotto l’autostrada possano avere valore di prova.


Chiuso l’incidente probatorio, l’inchiesta non sarà però conclusa: la Procura dovrà infatti accertare chi abbia sversato gli eventuali rifiuti tossici, e dunque a chi possa essere addebitata la responsabilità del presunto inquinamento. In ogni cantiere dovrebbe essere rigorosamente registrato il nome delle imprese che hanno operato in ogni singola area. Per ora, però, questi dati non risultano essere stati rinvenuti.

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Il Gazzettino