UDINE - (E.V.) Due mesi di arresto e 2 mila euro di ammenda, con i doppi benefici della conversione in pena pecuniaria e della sospensione condizionale. È la pena patteggiata...
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Al legale rappresentante della "Cave Buttò srl", già balzata alle cronache per il movimentato episodio degli spari esplosi nella cava contro due presunti ladri nel novembre 2011 (vicenda nella quale la sua posizione era stata presto archiviata, prima dell'assoluzione pronunciata dal giudice anche a favore del cugino) era contestato di aver realizzato un ufficio, un'officina, una pesa, un impianto di lavaggio, un frantoio, delle vasche di raccolta delle acque e dei depositi a cielo aperto per la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento di rifiuti inerti, non pericolosi. Il tutto, secondo l'accusa, senza le prescritte autorizzazioni necessarie per realizzare le opere e gestire l'attività, una volta al mese, per due-tre carichi pari a 40 metricubi. «La vicenda era già stata di fatto definita processualmente nel corso delle indagini allorché la cave Buttò srl aveva fatto eseguire un progetto di demolizione e messa in pristino dello stato dei luoghi formalmente approvato dal Comune di Ronchis, che aveva portato anche al dissequestro dell'area - spiega l'avvocato Mete -. Il progetto è in fase esecutiva e sarà portato a compimento».(((viottoe))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino