Parroco suicida: folla ai funerali, lo piange anche Boris Pahor

Parroco suicida: folla ai funerali, lo piange anche Boris Pahor
TRIESTE - Lacrime e applausi. Tanti quelli che la comunità di San Giovanni ha dedicato a Don Maks Suard nel giorno dell'ultimo saluto. Il funerale del parroco, che si è...

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TRIESTE - Lacrime e applausi. Tanti quelli che la comunità di San Giovanni ha dedicato a Don Maks Suard nel giorno dell'ultimo saluto. Il funerale del parroco, che si è tolto la vita impiccandosi in canonica a Santa Croce per un presunto episodio di pedofilia risalente a 17 anni fa, si è celebrato nella Chiesa di San Giovanni dove don Maks è cresciuto. Una chiesta affollatissima con tanti giovani a dedicare messaggi di affetto e cordoglio.Tante persone sono state costrette ad assistere alla messa sulla soglia della Chiesa da quanto era piena. Ad officiare il rito in sloveno è stato don Dusan Jakomin rappresentante della minoranza slovena.




Don Dusan ha parlato davanti a una grande folla. Presenti anche lo scrittore Boris Pahor e l'ex vescovo di Trieste, mons. Eugenio Ravignani. Assente invece il mons. Crepaldi perché impegnato in un viaggio ad Assisi. La cerimonia è stata preceduta da polemiche dopo le forti critiche espresse dal padre di don Maks, Giorgio Suard, nei confronti dei vertici della diocesi di Trieste.



L'omelia si è focalizzata su tre parole :rispetto, tranquillità e sobrietà "ne abbiamo tanto bisogno". Nessuna parola pesante - ha detto don Jakomin rivolgendosi al papà di Don Maks - può cancellare ciò che di buono ha fatto. Sento di obiettare - ha aggiunto - una tale forte condanna che non ha un confine chiaro, gli attori principali di questo giorno, i giovani non hanno condannato ma saputo trovare parole migliori".



"Devono per forza succedere tragedie per collegarci tra noi? - ha chiesto il prete - se non vincerà la cultura del cuore ci divideremo ancora, oggi ci ha legati un giovane prete che ha confessato e che non ha saputo vincere una sfida umana" ma "la comunicazione non etica dove ci porta? Il turbinio dei media segna e condiziona la nostra vita, c'è una fredda accusa e una comunicazione non chiara". Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino