L'aggressore della Moretti si svela: «Andare a lavorare non è un'offesa»

L'aggressore della Moretti si svela: «Andare a lavorare non è un'offesa»
PADOVA - Il presunto aggressore - denunciato da Alessandra Moretti per le ingiurie al bar - si è svelato su Fb e ora è stato anche... assolto e "promosso" dai grillini e dal...

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PADOVA - Il presunto aggressore - denunciato da Alessandra Moretti per le ingiurie al bar - si è svelato su Fb e ora è stato anche... assolto e "promosso" dai grillini e dal loro leader veneto. «Altro che "esaltato" - ha scritto sui social Paolo Forza, 44enne professionista nel settore della bio-edilizia - Al Parlamento europeo si sta votando la normativa sugli Ogm e la signora Moretti si permette di concedersi le mattinate al bar a spese mie, nostre».




E lo stesso Forza, originario di Valdagno e presente sul Meetup del M5S, per nulla spaventato dalla querela, lancia una provocazione: "vieni a fare colazione con Moretti". L'appuntamento ogni mattina alle 8 nella pasticceria del centro, in via IV Novembre.



«Per la Moretti "andare a lavorare" è un insulto? Per il popolo veneto è un diritto e un onore» rincara la dose il candidato governatore del Veneto per il Movimento 5 Stelle, il padovano Jacopo Berti, che oggi nella città del Santo ha incontrato Paolo Forza, l'attivista M5S che lunedì, in una pasticceria di Vicenza, ha "incoraggiato", con toni piuttosto accesi, Alessandra Moretti ad “andare a lavorare".



Forza, un attivista del Movimento, aveva contestato pesantemente la presenza a Vicenza della candidata "apostrofandola" per la seconda volta. E la parlamentare europea, dopo aver chiesto l’intervento della polizia locale, avrebbe scelto di querelarlo. Berti ha quindi voluto incontrare Forza per non fargli mancare la sua solidarietà. «A Forza - spiega Berti - ho voluto esprimere tutta la mia solidarietà, ricordandogli che Alessandra Moretti non ci intimidirà con le sue querele. Non metterà il bavaglio ai cittadini né a me». «La trasparenza e la rendicontazione delle attività dei politici - ha concluso Berti - che vengono pagati coi nostri soldi sono princìpi ai quali non rinunciamo. Non abbiamo bisogno di insultare nessuno». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino