ROMANO/POSSAGNO - Anni fa era stato beffato da Manuel Palazzo, che gli aveva sciolto del sonnifero nella birra per portargli via due televisori al plasma. La notte del 18 aprile,...
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E' il terzo nome dall'inizio delle indagini sull'omicidio del compagno di Lucia Lo Gatto, ucciso in casa, caricato sulla sua macchina, una Golf blu, bruciato e coperto di pietre lungo un sentiero a Possagno. Concorso in occultamento di cadavere l'accusa a carico di Felis, sentito a più riprese dai carabinieri del Nucleo investigativo, alla presenza del suo avvocato. Estraneo al delitto, ma non al maldestro tentativo di far sparire il corpo: Felis abitava ultimamente con Palazzo e con Antonella Badoer nell'appartamento di quartiere Cristallo, a Fellette di Romano, accanto a quello in cui vivevano Gualtieri, Lucia e le due figlie.
Era lì almeno da gennaio: con Palazzo, malgrado il furto subito qualche anno fa, non solo era rimasto in contatto, ma era tornato in buoni rapporti, tanto da andare a stare sotto lo stesso tetto, per dividere le spese. Il precedente di Sernaglia del 2008, quando era toccato a Felis essere stordito col sonnifero nella birra, aveva fatto ipotizzare, nei giorni successivi all'omicidio, che fosse stato proprio Palazzo a "suggerire" a Lucia di usare quella modalità con Aldo, alterandogli il caffè.
Quando il 39enne è morto, la coppia aveva rivelato quello che aveva fatto ai due coinquilini di Manuel. Antonella di quella storia non ne aveva voluto sapere, Franco, lì per lì, avrebbe aiutato i due a trasportare fino in garage il corpo. E a caricarlo nell’auto.
Una circostanza, quella del caffè col sonnifero, che il legale di Palazzo, l'avvocato Fabio Crea, è determinato a verificare con scrupolo: attraverso il perito nominato per assistere all'autopsia, il medico legale Massimo Montisci, ha chiesto che vengano acquisite cartelle cliniche e prescrizioni mediche intestate a Gualtieri in enti e strutture sanitarie pubbliche: «Sappiamo che Gualtieri già assumeva dei medicinali - dice Crea -. Vogliamo verificare di che sostanze si trattasse». Un tentativo di smontare l'accusa di aver tentato di drogarlo qualora, nel suo organismo, venissero trovate tracce di sonniferi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino