«Meglio in carcere che a casa di mamma»

«Meglio in carcere che a casa di mamma»
Si presenta presso la caserma dei carabinieri e chiede di essere portato in carcere. Non per confessare di aver commesso un reato ma perché non ce la fa più a rimanere a casa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si presenta presso la caserma dei carabinieri e chiede di essere portato in carcere. Non per confessare di aver commesso un reato ma perché non ce la fa più a rimanere a casa con la madre dove il giudice gli ha imposto di restare, agli arresti domiciliali, in attesa venga fissata la prima udienza del processo a suo carico. È successo nel tardo pomeriggio di sabato, a Majano. Stupiti, i militari dell'Arma della locale stazione, comandata dal maresciallo capo Silvano Michielin, quando hanno aperto la porta: innanzi a loro un giovane friulano di Udine di 22 anni che era stato arrestato nel gennaio scorso insieme alla sua compagna per reati legati alla detenzione di sostante stupefacenti a fini di spaccio. Per lui, allora, il gip aveva disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Nella sua casa, in città, il ragazzo non poteva però più stare, perché raggiunto da uno sfratto. Quindi, alla fine, il giudice ha individuato l'abitazione della madre, che vive a Majano, appunto, quale luogo ove restare assegnato agli arresti. Ma l'alloggio della donna, un appartamento non molto grande ma nemmeno sull'ordine di un monolocale, ha cominciato a stargli stretto. E la convivenza con la madre ha iniziato a diventare problematica.

Già nei giorni scorsi il 22enne aveva fatto presente ai carabinieri di trovarsi a disagio: impossibilità di vedere altre persone a eccezione dei parenti molto stretti, divieto di ricevere telefonate, di accedere a internet e di uscire in giardino. Quella casa, insomma, era diventata peggiore di una prigione vera e propria: meglio finire in una cella in via Spalato, dove non c'è la mamma che rimprovera, dove di può "godere" di un'ora d'aria, si può prendere parte alla vita in comune con altri carcerati nel momento dei pasti e scambiare quattro chiacchiere. Detto fatto: il 22enne è uscito della casa della madre e ha raggiunto la caserma dei carabinieri, peraltro commettendo il reato di evasione. Ha chiesto ai militari di essere potato in carcere ma è rimasto deluso: il ragazzo, infatti, è stato riaccompagnato nell'alloggio della madre. La sua istanza, infatti, dovrà essere vagliata dal giudice per le indagini preliminari che poi deciderà se accogliere o meno la sua singolare richiesta di finire ristretto nella casa circondariale di Udine. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino