All'asta l'ex Omni e gli ambulatori di via Sant'Andrea: il centro di salute mentale e il dipartimento di prevenzione dell'Usl 1 fanno i bagagli. Nelle strutture del San Martino,...
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Un riordino utile a compattare i servizi e a razionalizzare la spesa. Per gli immobili dismessi l'Usl 1 ha pensato all'asta pubblica, che di tenere beni in disuso non ce n'è proprio bisogno. La mossa eviterà anche di andare incontro alle spese di manutenzione, di cui gli edifici avrebbero ormai bisogno. L'ex Omni, in particolare, necessiterebbe di importanti interventi di ristrutturazione e non è più adatto all'uso sanitario.
«Li metteremo all'asta - spiega il direttore amministrativo dell'Usl 1 Francesco Favretti - perché restano vuoti, non sapremmo proprio come riempirli. La sopraelevazione, pronta entro la fine dell'anno, doterà l'ospedale di molto spazio in più, addirittura di interi piani. Resterà vuoto il sesto piano della parte medico-direzionale del San Martino e una parte dell'area chirurgica, per esempio. Inoltre, il fabbisogno di metri quadri si è ridotto rispetto al passato perché aumentando i servizi sono diminuiti i posti letto, per questo è ora possibile internalizzare diversi ambulatori. Si tratta solo di capire come distribuire gli spazi. L'obiettivo, certo, è quello di ridurre gli immobili esterni all'ospedale».
Di fatto, con la dismissione e la messa all'asta dell'ex Omni e degli appartamenti di via Sant'Andrea, di esterni al nosocomio cittadino resteranno solo il centro di Cusighe e la palazzina direzionale di via Feltre, occupata dagli uffici amministrativi e, non appena il trasloco sarà ultimato, anche dal dipartimento di prevenzione. Il gioco del puzzle, con l'incastro di reparti e servizi all'interno del grande contenitore ospedaliero sarà anche un toccasana per la casse dell'azienda.
«Gli spostamenti comportano spese per l'adeguamento dei locali - prosegue Favretti - ma, di fatto, la dismissione degli immobili permetterà di ridurre di molto i costi. Fa tutto parte della razionalizzazione chiesta dal Governo. A questo fine stiamo anche predisponendo un piano complessivo sull'organizzazione futura dei servizi, da qui a dieci anni, includendo anche le strutture e gli immobili del Cadore, di Cortina e di Agordo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino