ROMA - Punta al bis Silvio Berlusconi che fa ricorso alla scaramanzia: vuole vincere alla grande (alle europee e alle politiche) come accadde vent'anni fa, e possibilmente senza...
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Incurante dell'avvertimento della magistratura, Berlusconi ieri ha inferto quella legnata che nella conferenza stampa di giovedì scorso era riuscito a stento a trattenere. «Sono stato colpito da un'ingiustizia enorme, una sentenza mostruosa, frode fiscale, io che sono il primo contribuente italiano», ha tuonato Berlusconi che, come in un flashback, si è affacciato ('dopo 14 mesi di assenza') dallo schermo del Tg5, seduto alla stessa scrivania e sullo sfondo la libreria e le foto dei familiari.
Per l'appunto come nel '94, ma con qualche chilo e tanta amarezza in più. Mi vorrebbero azzoppare - è stato infatti il suo ragionamento in tv - ma io che «in questi 20 anni sono stato sempre candidato alle europee riportando 3 milioni di voti», nonostante questa ingiustizia «sarò comunque in campo, se non altro con il mio nome, e sarò il punto di riferimento e catalizzatore dei voti moderati». Comunque - ha ripetuto - «sono certo che la corte europea dei diritti umani annullerà quella sentenza». Sia chiaro - ha puntualizzato ancora una volta - assistere gli anziani «non mi dispiace affatto perché ho sempre cercato di aiutare chi ha bisogno, e sono andato spesso accompagnato dalla mia mamma a portare conforto e aiuti concreti». Anche questo porta voti.
Tanto più che le elezioni politiche sono dietro l'angolo: «Si voterà tra un anno, un anno e mezzo», ha ripetuto l'ex Cav, convinto di calamitare i voti dei moderati. «Pensiamo di avere una grande vittoria e una grande maggioranza in Parlamento, magari senza alleati, per eleggere un governo con ministri tutti appartenenti a Forza Italia».
Più un sogno che un progetto politico. Che per Berlusconi si può realizzare se il paese raggiunge la «consapevolezza di non vivere più in una democrazia» e dove i premier, di sinistra, non vengono eletti.
Allora «forse la maggioranza numerica dei moderati riuscirà a trasformarsi in maggioranza politica». Così si inquadra anche l'attacco a Renzi e alle sue «misure-bluff», come le definisce Renato Brunetta. «Non c'è stata alcuna riduzione delle tasse. I governi della sinistra le hanno mantenuto sulla casa, poi hanno aumentato l'imposizione sulle rendite finanziarie», ha attaccato l'ex Cav giocando la carta della presa in giro di Renzi: «Anche presentando i provvedimenti con brio e con le slide, non si riesce a evadere la ricetta sempiterna della sinistra: sempre più tasse».
Più sentito, per contro, l'attacco all'Europa a trazione tedesca che «ha portato solo crisi: dobbiamo riscrivere tutti i trattati europei firmati con la pistola alla tempia dello spread».
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Il Gazzettino