Fabio, il fotografo dei rocker: «Così catturo l'anima dei divi»

Fabio, il fotografo dei rocker: «Così catturo l'anima dei divi»
VICENZA - È di Vicenza il fotografo dei divi del rock. Fabio Valente, 41 anni, da qualche tempo percorre la penisola per concerti, eventi e festival da cui torna con suggestivi...

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VICENZA - È di Vicenza il fotografo dei divi del rock. Fabio Valente, 41 anni, da qualche tempo percorre la penisola per concerti, eventi e festival da cui torna con suggestivi scatti rigorosamente vintage effettuati con le mitiche Polaroid, che ritraggono personaggi della scena musicale italiana. Dopo aver allestito tre mostre, Valente documenta la la sua attività nel blog "Posso farti una foto?".




Come è nato questo tuo progetto?

«Amo da sempre la fotografia e la musica e quindi ho combinato queste mie due passioni. Volevo ritrarre gli artisti nel backstage, dove si crea e si conclude uno spettacolo».



Hai avuto modo di conoscere da vicino gli artisti?

«Per il tipo di fotografia che faccio ho bisogno di passare un pò di tempo con le persone prima di scattare, per metterle a loro agio. Alla fine si instaura sempre una forma di amicizia reciproca che si consolida negli incontri successivi».



Che tipo di foto scatti?

«Le mie foto non evidenziano il lato tecnico ma penso riescano a trasmettere qualcosa. Mi piace immortalare gli artisti nel dopo concerto e per questo li invito a essere il più naturali possibile. Spesso e volentieri mi devo accontentare di un "buona la prima" perché gli artisti sono comprensibilmente stanchi. Le vecchie macchine che uso come la Polaroid Land Camera Automatic 100 richiedono tempo, quindi errori di flash o di movimento sono frequenti. Ma penso che ciò dia carattere alle foto».



Puoi raccontarci qualche aneddoto dai backstage?

«Quello che succede deve rimanere lì, massima discrezione! A parte gli scherzi, mi sento privilegiato nel poter accedere a un luogo "sacro" per chi fa rock, dove si pensa accada chissà cosa. Invece si parla di lavoro, ci si riposa dopo ore di spostamenti, si mangia e ci si ritaglia uno spazio di tempo prima o dopo lo spettacolo. Ogni volta è un'avventura diversa: devi inventarti qualcosa e tutto diventa lecito per una foto!». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino