BELLUNO - Alla fine si è finiti dove ci si aspettava. Sul senso di dire no, sulle bocche tappate, sull’ingabbiamento culturale, sull’interpreatazione della censura. Sul...
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Il confronto tra Erri De Luca e Mauro Corona è salito da subito in carrozza sulla Tav, il treno ad alta velocità su cui lo scrittore napoletano aveva esplicitato il suo dissenso. «La Tav va sabotata»: per questo la procura di Torino ha chiesto 8 mesi di reclusione. «Sono accusato di istigazione, incriminato per un articolo di legge, il 414 del 1930, mai in realtà applicato. Con me sarà la prima volta».
Parole che non ha scritto, ma pronunciato: «Perché conta di più quello che si dice». Poi si rivolge alla platea del Teatro Comunale: «Di solito c’è la Digos che controlla se reitero. Non so se c’è anche questa sera. La Tav va sabotata. Lo dico subito e siamo a posto».
Sul tema del saper dire "no" alle luccicanti promesse della Sade, Corona risponde ad Alberto Peruffo - editore ed alpinista- sulla resistenza tardiva della gente di Longarone, Erto, Casso: «Vennero da prepotenti, con le auto grosse, dove c’era economia povera e gente ingenua. Chi è vissuto in miseria dice sì se questo significa comprarsi il frigo o avere il gas. Quando capirono che la Sade distruggeva boschi e terreni era tardi per dire no. Anche se qualcuno lo fece». Come chi si stese davanti alle ruspe, portato via dai Carabinieri. Ecco che sulla presenza delle forze dell’ordine in Val di Susa va la precisazione di Erri De Luca: «La Tav non porta vantaggi alla zona, i cento operai sono specializzati e vengono da fuori. L’unico indotto è dato dai poliziotti che alloggiano negli alberghi».
Mauro Corona ed Erri De Luca lo ammettono: bisogna aver oggi paura delle parole. Tant’è che l’ertano fa outing su una recente denuncia per diffamazione: «Mi hanno chiesto i danni morali, ma se certe persone si guardassero allo specchio si chiederebbero da soli i danni morali». Un po’ istrioni, un po’ bastian contrari. E scroscia la risata con l’applauso: «Anche all’altare volevo dire no, e ho detto sì», conclude Corona, chiudendo un dialogo iniziato con le parole di Giorgio Gaber: «Se potessi cominciare a dire no». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino