Avremmo potuto tornarci noi. E invece a Recife, dove il cammino dell'Italia si è complicato seriamente, dovremo assistere a Costa Rica-Grecia, da tutti ribattezzato...
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L’ALLENATORE
L'allenatore colombiano - che se dovesse passare ai quarti sarebbe il primo della sua nazione - ha dato un'identità di gioco europea alla «sele» (come la chiamano in Costa Rica): organizzazione, linea di difesa molto alta e possesso palla mai sterile. I riflettori si sono soffermati molto sulla stella Campbell, ma il vero punto di equilibrio è Borges. In fase difensiva arretra facendo coppia con Tejeda, mentre in fase di possesso si stacca per supportare la fase offensiva. Lui, però, ammette che la forza del Costa Rica è nel collettivo: «In questo gruppo ognuno conosce i propri compiti. L'esperienza di giocare un Mondiale è stata nuova per tutti. Abbiamo dato il massimo, perché sappiamo ciò che vogliamo».
L’EQUILIBRIO
Una nazionale in cui nessuno si sente più importante degli altri. Sarà un ottavo abbastanza equilibrato. All'Arena Pernambuco non si giocherà sotto il caldo delle 13.00 (ora locale), ma alle 17.00. Il Costa Rica per non trascurare nessun aspetto nei giorni scorsi si è allenato molto sui calci di rigore. Di fronte ci sarà la Grecia: debole in Europa, forte nel Mondo. Giusto per fare un paragone, agli ultimi ottavi di Champions c'era solo una squadra greca: l'Olympiakos. In Brasile, però, la Grecia è andata avanti nonostante in Europa abbia uno dei coefficienti più bassi. Certo, non ha brillato per il bel gioco: movimenti troppo orizzontali, zero profondità e poche stelle. Quattro gol subiti, 2 segnati, la formazione di Santos non è certo una macchina da gol, ma sa chiudersi bene. Durante le qualificazioni ai Mondiali ha subito solo 6 gol in 12 partite, mentre delle 9 vittorie 5 sono arrivate per 1-0. La vittoria contro la Costa d'Avorio, agguantata nel finale, è stata la seconda nella storia della Grecia nella Coppa del Mondo. Prima del Brasile aveva vinto solo contro la Nigeria (2-1 in Sud Africa). Oggi, però, tutto si azzera: niente statistiche e niente «ottavo debole». Ai quarti ci sarà una fra Olanda e Messico da stupire. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino