Elogia i martiri dell'Isis su Facebook: «Va espulso» ma lui è già in Marocco

Elogia i martiri dell'Isis su Facebook: «Va espulso» ma lui è già in Marocco
BELLUNO - «Je ne suis pas Charlie, che Iddio punisca questi individui che hanno offeso il nostro profeta Allah». È solo uno dei commenti dopo la strage di Parigi di Anass Abu...

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BELLUNO - «Je ne suis pas Charlie, che Iddio punisca questi individui che hanno offeso il nostro profeta Allah». È solo uno dei commenti dopo la strage di Parigi di Anass Abu Jaffar, 26enne marocchino, a lungo residente a Belluno. Lui non era Charlie. Le sue parole scritte sulla bacheca Facebook, secondo gli inquirenti che stanno indagando sui reclutatori di terroristi, dimostrerebbero «il suo marcato antioccidentalismo, antiamericanismo ed antisemitismo».




Per questo anche per il marocchino-bellunese Anass Jaffar ieri è partito dal Ministro dell’Interno un decreto di espulsione per motivi di prevenzione del terrorismo, dopo quello eseguito dai carabinieri dei Ros a Pordenone nei confronti di Arslan Osmanoski, 29 anni, cittadino macedone. Tuttavia per Anass Jaffar non è stato eseguito in quanto il 26enne si troverebbe in Marocco già da diversi mesi, essendo originario di Casablanca.

Nei mesi scorsi, si era mosso tra Belluno e Ponte nelle Alpi, frequentando il centro culturale islamico con moschea Assalam Pace. È qui che aveva conosciuto sia l’imbianchino bosniaco Ismar Mesinovic, che l’operaio macedone Munifer Karamaleski, i due islamici partiti per la Siria per arruolarsi nell’Isis: Mesinovic è morto in combattimento e a dare la notizia era stato proprio Jaffar con un messaggio del 13 gennaio sulla pagina Facebook "La scienza del Corano", da lui stesso curata.





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Il Gazzettino