Mezzo secolo della F.lli Campagnolo, lo sportswear che fa trend in Europa

Giorgio Campagnolo, fondatore e anima della F.lli Campagnolo
ROMANO D'EZZELINO - Sono i "benetton" del Bassanese. Azienda solida e storica, sempre però riservata nella comunicazione, poco in vista. Una classica industria del nordest,...

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ROMANO D'EZZELINO - Sono i "benetton" del Bassanese. Azienda solida e storica, sempre però riservata nella comunicazione, poco in vista. Una classica industria del nordest, vocazione familiare ma anche, da sempre, con grande appeal e tante idee sui mercati. E a differenza di molte altre la crisi quasi non l'ha sentita. Anzi, è cresciuta. E l'anno scorso ha chiuso con un giro d'affari di 115 milioni di euro.




Filati, tessuti, design, sportswear, abbigliamento per giovani, arredocasa e tanti colori. La F.lli Campagnolo festeggia i 50 anni, e stavolta vuol farsi conoscere. Infatti ha celebrato il mezzo secolo convocando nella città del Grappa - dove mosse i primi passi con un celebre banco in piazza - 250 migliori clienti e distributori dell'abbigliamento sportivo nazionale e internazionale. Li ha portati in visita al suo quartier generale, la casa madre di Romano dove si concentrano le attività direttive e il "pensatoio" dei nuovi prodotti, e poi alla sfilata serale della collezione primavera estate 2016 del brand più titolato, il Cmp, addirittura nel chiostro dei civico museo di Bassano. Qundi aperitivo a palazzo Sturm e poi maxi cena sul Ponte Vecchio, o degli Alpini.







Giorgio Campagnolo, attivissimo 78enne, imprenditore con il pallino della meccanica, inventore di macchinari ad hoc come la macchina per fare i pon pon dei berretti di lana che dopo quasi mezzo secolo ne fa ancora quattromila al giorno, snocciola dati quasi incredibili in anni in cui si sente parlare solo di crisi aziendali, cassa integrazione e chiusure: “L'anno scorso siamo cresciuti del 30 per cento all’estero. Ci siamo presentati con i nostri piumini dai 50 colori alla fiera di Monaco. In un anno siamo passati da cinquantamila a duecentocinquantamila pezzi. E un giornale Svizzero ha scritto: la Cmp ha colorato la fiera”.



Ironico, innamorato dalla sua azienda, grandissimo esperto di cotone e cotoni, orgoglioso del suo essere autodidatta: “Io ho fatto la quinta elementare sotto le bombe. La mia scuola è stata la vita”. E ancora, col sorriso sulle labbra: “Chi sa, fa. Chi non sa, insegna”.



La F.lli Campagnolo è forte di 115 milioni di fatturato nel 2014, con il brand trendy Cmp (sport e vita attiva) a trainare con il 66% del totale, e il resto distribuito tra i marchi Maryplaid (coperte e accessori), F.lli Campagnolo (sport bambino e adulto), Nucleo (0-16 bambino e mamme, con una serie di negozi "firmati"), Melby (piccoli 0-14). Oltre il 10 per cento dal retail proprio. Casa madre a Romano, alcuni stabilimenti nel Bassanese, due in Romania, due in Tunisia, 1.100 persone impiegate, un campionario di oltre 2000 capi e poi tremila clienti in Italia, 2500 all'estero. Mercati di riferimento l'Italia ma soprattutto la forza sta nell'export: Europa, Medio Oriente e Africa, Russia, Canada. Il fatturato è cresciuto in modo costante negli ultimi anni: 75 milioni nel 2011 e anche nel 2012, poi 95 milioni nel 2913 (+ 27%) e quindi i 115 del 2014 115 (+ 22%).







I Campagnolo sono tutti in azienda. “Mia moglie Graziella è del settore - spiega Giorgio -, la conobbi perché aveva una maglieria. E' tuttora sempre in azienda con me, è grazie a lei se se è partita la produzione di capi in cotone. I tre figli sono intercambiabili, ma in particolare Michela segue la rete dei negozi Nucleo, ormai abbiamo cento punti vendita monomarca, Fabio il mondo dello sport e tutto l’estero. Adesso vuole inserire anche le scarpe, e io ho osservato: purché gli altri non ci facciano le scarpe, facciamole noi. E Maria Pia cura l’arredo casa, settore nuovo partito alcuni anni fa proprio dal pile, in grande crescita”.



Il pile è uno dei più moderni fiori all'occhiello: novemila chili prodotti ogni settimana! Un classico prodotto considerato maturo da molti concorrenti, nel quale invece i Campagnolo hanno saputo innovare applicando i criteri sviluppati con il cotone e facendo business: “Il nostro non fa il peeling, per cui il mercato lo preferisce - dice Giorgio -. E’ il migliore. Fare bene il pile è come rasare un prato: per raggiungere la perfezione bisogna passarlo più volte. Siamo entrati in Germania perché eravamo bravi con il pile”.



Ora la F.lli Campagnolo compie 50 anni. Tutto iniziò con il banco in piazza Garibaldi a Bassano. Lì c'è ancora un piccolo segno di "archeologia industriale", un gancio d ferro issato sul muro della chiesa di San Francesco: serviva per tendere il telone di copertura. Dal banco sotto la guida di mamma Maria Emilia, figura mitica nella storia aziendale ("Venivano le spose dei contadini a comprarsi le calze, 100 lire, e pagavano con dieci uova. Lei poi rivendeva quelle uova alle signore della piazza, per realizzare le 100 lire e mettere qualcosa in pentola” ricorda Giorgio), l'epopea industriale partì con i copriorecchie di lana fatti con i resti del filato invenduto. Poi si aggiunsero berretti, sciarpe, maglioni. Da lì la crescita continua.



"Poi, venticinque anni fa, ho capito che bisognava allargare i confini - dice Giorgio -. Portavo degli aiuti in Polonia, in mezzo ai carri armati col camion, e attraversando il paesaggio tedesco mi sono detto: non si può fare a meno di vendere in questo grande Paese. Così la Germania è diventata la nostra seconda patria, e con essa l’Europa. Da allora siamo decollati sui mercati”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino