«Ti ho già scavato la tomba» Avvocatessa perseguitata per anni

«Ti ho già scavato la tomba» Avvocatessa perseguitata per anni
ROVIGO - La situazione è surreale. Che le molestie telefoniche ci siano state non c'è dubbio. Sono durate anni. Fino a settembre 2013. Anche 40 al giorno. Anche in momenti...

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ROVIGO - La situazione è surreale. Che le molestie telefoniche ci siano state non c'è dubbio. Sono durate anni. Fino a settembre 2013. Anche 40 al giorno. Anche in momenti difficili, come un lutto familiare, una importante visita in ospedale.




Le ha subìte una nota avvocatessa di Rovigo, E.A., 37 anni. Sull'episodio c'è stata anche un’indagine della Squadra mobile di Rovigo, che ha consentito di individuare un nome: Oxana Gavryloska, cittadina straniera. All'epoca dei fatti risultava domiciliata a Rovigo. In tanti l’hanno vista. Il suo ex compagno è una persona normalissima, conosciuta.





La professionista non sa neppure a cosa sia dovuto questo odio viscerale. Tra le due non ci sono mai stati rapporti professionali o di amicizia. La straniera è accusata di stalking. Un incubo durato quattro anni con quel telefono che suonava di continuo, anche all’estero. Con quella persecutrice che era a conoscenza quasi di ogni particolare della vita della professionista. E lanciava accuse folli, minacce terrbili. In un’occasione l'aveva chiamata - ovviamente sempre secondo la ricostruzione accusatoria - per dirle che aveva provveduto a scavarle la tomba che la attendeva, in un campo di Sarzano. In un’altra ha parlato chiaramente di accoltellamento.



Nei giorni scorsi il processo è tornato di attualità, di fronte al giudice del tribunale di Rovigo. Purtroppo si è dovuto prendere atto del fatto che ancora una volta era stato impossibile rintracciare l'imputata. Al suo ultimo indirizzo non risulta presente. A questo punto il giudice non ha potuto fare altro che applicare la nuova legge sugli irreperibili, nata per impedire che le aule di giustizia siano ingolfate da procedimenti a carico di persone che a fatica si sa se esistano.



La legge prevede la sospensione del processo sino a quando - dopo tentativi periodici, da esperire di anno in anno - non sarà possibile individuare l'imputato. Una legge che certamente nasce con uno scopo preciso e motivato. Ma resta il fatto che è davvero un boccone duro da mandare giù, l'essere stati per anni vittima di una vera e propria persecuzione e vedere ora vicino il rischio che tutto si chiuda con un nulla di fatto.



«Per la prima volta in vita mia - confessa l’avvocatessa -, sento che non sono in grado di difendermi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino