Il dipartimento della Homeland Security di Washington sta per formalizzare l'accusa contro la Cina dopo le inchieste dell'Fbi. Nelle ultime settimane hackers al...
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IL BERSAGLIO
La pirateria cibernetica è l'aspetto più recente della costante frizione tra le intelligence internazionali. L'epidemia da coronavirus l'ha esasperata, perché ha affiancato all'usuale bersaglio politico-industriale una componente di possibile guadagno criminale, per chi riuscirà a bruciare i tempi e a produrre un vaccino prima degli altri. Il laboratorio della Gilead nel quale si sta studiando un rapido aumento della produzione del Remdesivir, il primo farmaco a ricevere l'autorizzazione dell'Fda per il trattamento del virus, è stato attaccato la scorsa settimana da hackers ai quali l'Fbi attribuisce affiliazione all'Iran. Oltre al regime degli ayatollah e alla Cina, sono attivi in questo momento anche i pirati nord coreani e quelli russi. Gli Usa non sono l'unico paese sotto attacco: la Corea del Sud ha lamentato interferenze nel sistema di comunicazione del suo ministero della Sanità, da parte di agenti stranieri che cercavano di carpire i segreti del sistema di risposta all'epidemia che è stato applicato con tanto successo nel paese del sud est asiatico.
L'AVANZATA COMMERCIALE
Washington al momento è più interessata a puntare il dito sui cinesi. La diplomazia soffice di Pechino, con gli aiuti ai paesi occidentali affetti dall'epidemia, ha infastidito l'amministrazione Trump, che prima dello scoppio del contagio stava cercando di respingere l'avanzata commerciale e strategica della rivale in Europa. Trump negli ultimi giorni ha promesso una denuncia delle responsabilità della Cina nella diffusione del Covid 19, con una chiamata di correità per l'Oms, colpevole di aver coperto secondo il presidente degli Usa i ritardi e le menzogne del governo di Pechino.
IL CONTAGIO
Trump si trova sempre più isolato dai suoi collaboratori di rango alla Casa Bianca ad affrontare la crisi sanitaria, con il numero dei casi in ascesa negli stati che hanno iniziato a riaprire le attività economiche e sociali. Il contagio è entrato nelle mura della residenza presidenziale, ha colpito assistenti e sfiorato figure di vertice come Mike Pence. In serata ieri sera il presidente si preparava ad affrontare in pubblico i sospetti che nutre contro la Cina, con un discorso dalla sala stampa. Il Comando cibernetico della National Security alle sue spalle aspetta solo l'ordine di agire per una rappresaglia.
Flavio Pompetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino