Era disperato per la fuga della figlia 16enne ed era determinato a riportarla a casa. Così, dopo ore senza sapere dove fosse, Paul Davis, 49enne di Brooklyn, si è...
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Il 30 aprile la ragazza era sparita da casa. La famiglia aveva immediatamente chiamato la polizia, ma dopo ore di ricerche di Nyasa non c'era alcuna traccia. Angosciato per la sua scomparsa e convinto che gli agenti non avessero fatto abbastanza per ritrovarla, Paul ha deciso di farsi giustizia da solo: dopo aver sentito alcune voci circa «la mancanza di rispetto nei confronti della ragazza» di Akeem Booker, 28 anni, si è presentato alla sua porta di casa. Tra i due è nata una discussione presto finita in tragedia: Paul ha esploso alcuni colpi di pistola colpendo l'uomo al petto e ferendo Paul Case, 53 anni, che tentava di calmare le acque. Le vittime sono state portate d'urgenza all'ospedale di Brookdale, ma per Booker non c'è stato nulla da fare. Case, invece, ha riportato ferite a una mano e a una coscia.
Il 3 maggio la polizia ha fatto irruzione nell'abitazione di Paul e lo ha arrestato, proprio mentre la figlia faceva ritorno a casa: è stata lei stessa, che comunque durante la fuga era in contatto con la madre, a confessare di essere stata a casa di un amico e che Booker e Case non avevano nulla a che fare con la sua scomparsa.
Paul Davis, adesso, è stato accusato di omicidio: rimarrà dietro le sbarre senza la possibilità di poter uscire dietro il pagamento di una cauzione. «Ho solo bisogno di sapere il motivo per cui è morto - ha detto Ramonita, la madre di Booker - Nessuno sa cosa sia successo». Sotto choc anche la fidanzata della vittima, che durante la sparatoria si trovava al piano di sopra della casa che divideva con il compagno insieme ai suoi figli di tre anni e di due settimane. «È come se fosse stato ucciso per nulla - ha detto Leslyne Michel, 27 anni - Nyasa era una mia amica, ma non conosceva Booker. Lui pensava solo alla sua famiglia e ai nostri figli».
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Il Gazzettino