Usa, poliziotto uccide un 20enne "armato" la sera prima del diploma: ma in mano aveva solo una penna

Usa, poliziotto uccide un 20enne "armato" la sera prima del diploma: ma in mano aveva solo una penna
Era stato freddato da un poliziotto con tre colpi di pistola come se fosse un delinquente sanguinario armato di coltello. Quando avevano ispezionato il cadavere, però,...

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Era stato freddato da un poliziotto con tre colpi di pistola come se fosse un delinquente sanguinario armato di coltello. Quando avevano ispezionato il cadavere, però, quello che gli avevano trovato in mano era solo una penna: è quanto emerge da un nuovo rapporto stilato dalla polizia sulla morte di Tommy Le, lo studente di 20 anni ucciso da un agente nello Stato di Washington il 13 giugno, poche ore prima di diplomarsi al South Seattle College. Una relazione che getta una luce completamente diversa su quella tragedia, anche in considerazione delle dichiarazioni del preside e degli insegnanti della scuola che descrivono tutti, indistintamente, Tommy come un ragazzo adorabile, mite e inoffensivo, come l'ultima delle persone di cui si potrebbe pensar male. 

 
 

Il 13 giugno gli uomini dello sceriffo della King's County avevano ricevuto segnalazioni circa una sparatoria in un quartiere di Burien, non lontano da Seattle: intervenuti sul posto hanno trovato un uomo che aveva sparato un colpo di avvertimento verso Tommy che si stava avvicinando alla sua casa armato di coltello. Secondo la polizia, l'uomo sarebbe rientrato in casa, mentre il ragazzo avrebbe cominciato a pugnalare la sua porta con un'arma affilata e urlando di essere "Il Creatore". Gli agenti hanno aggiunto che Tommy non aveva rispettato il loro ordine di gettare il coltello e che neanche i colpi di Taser erano riusciti a dissuaderlo. A quel punto è entrato in azione l'agente Cesar Molina che lo ha ucciso sparandogli tre colpi: poco dopo Tommy è morto in ospedale. E nelle sue mani non c'era un coltello: c'era solo una penna.

Ora Molina è stato posto in congedo, anche se il portavoce dello sceriffo, Cindi West, sottolinea come l'agente abbia seguito un corso di 40 ore di formazione per affrontare interventi critici e gestire persone con problemi mentali senza ricorrere alla violenza. Ci si chiede, però, quanto abbia appreso Molina da quel corso: era davvero indispensabile uccidere quel ragazzo gracile che pesava appena 45 chili e che era armato di una semplice penna? È quello che l'inchiesta dovrà stabilire, mentre i medici stanno effettuando test tossicologici per capire se lo studente era sotto l'influenza di droghe o di alcol.


Nel frattempo la famiglia di Tommy e l'intera comunità si stanno tormentando con mille domande sulla sua morte e sulla descrizione dei fatti fornita dalla polizia. «Sono troppo arrabbiato - ha detto Sunny, il padre di Tommy, a The Seattle Times - Voglio sapere cosa è successo a mio figlio». Le descrizioni che parlano del ragazzo come di un pericoloso aggressore non corrispondono all'idea che si erano fatti di lui i suoi insegnanti e i compagni di classe. «Se mi avessero chiesto di citare 100 persone alle quali sarebbe potuta accadere una cosa del genere, mai avrei pensato a lui - dice il direttore della scuola di Tommy, Curt Peterson - Era il ragazzo più dolce del mondo. Non aveva un solo grammo di aggressività nel suo corpo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino