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Una ritirata caotica, confusa. Una mossa che ha causato conseguenze gravi e inaspettate, e che potrebbe compromettere il morale dei soldati e il futuro della guerra. È quella intrapresa dall'esercito ucraino, ritiratosi da Avdiivka lo scorso sabato. Una decisione, questa, che secondo le prime ricostruzioni potrebbe essere costata a Kiev tra gli 850 e i 1.100 soldati catturati o dispersi. A quattro giorni di distanza dall'accaduto, è iniziata ora la conta dei danni e delle gravi conseguenze.
La ritirata
Iniziata troppo tardi e gestita senza un'adeguata comunicazione con le proprie truppe, la ritirata dell'esercito ucraino da Avdiivka, piccola città nell’est dell'Ucraina, potrebbe essere una delle disfatte più grandi dall'inizio della guerra con la Russia. Secondo quanto riportato dal New York Times, sarebbero infatti tra gli 850 e i 1.100 i soldati catturati o dispersi durante la ritirata di sabato scorso. Un fatto, questo, che potrebbe aver provocato (o potrebbe provocare) danni importanti soprattutto sul morale dell'esercito ucraino, che da due anni combatte in inferiorità numerica e materiale.
Anche se, al momento, i comandanti dell'esercito starebbero cercando di minimizzare la vicenda, giustificando anche la decisione della ritirata e negando la perdita di così tanti soldati. Come riportato dal quotidiano statunitense, il generale Oleksandr Tarnavsky, comandante dei combattimenti militari ucraini nella zona, sabato avrebbe infatti dichiarato su Telegram che la ritirata «si è svolta secondo i piani, ma nella fase finale dell'operazione, sotto la pressione delle forze maggiori del nemico, alcuni soldati ucraini sono stati catturati».
La rotta
Per un esercito, il ritiro sotto il fuoco dell'artiglieria, degli attacchi aerei e dei droni è sempre difficile.
L'avanzata della Russia
L'avanzamento russo non è avvenuto da un giorno all'altro. Da ottobre scorso, Mosca ha lanciato onda dopo onda di attacchi verso Avdiivka. Dalle loro posizioni elevate e dalle difese rinforzate nella città industriale, gli ucraini sono riusciti a respingerli con colpi mirati, lasciando il paesaggio sconvolto del Donbass disseminato di corpi russi e veicoli corazzati distrutti. Ora sembra che le truppe russe abbiano penetrato le difese che sono state rinforzate nei dieci anni dal primo inizio della campagna di aggressione di Mosca. Non senza sorpresa, però. Secondo quanto dichiarato dal New York Times, infatti, lo stesso Cremlino sarebbe rimasto sorpreso dalla velocità del crollo ucraino ad Avdiivka. «La Russia non era realmente preparata per questo, nemmeno in termini di un blitz propagandistico», ha detto Jonathan Teubner, amministratore delegato di FilterLabs AI, che studia la messaggistica russa e l’opinione pubblica. «Ora ci sono riusciti, ma non sono ancora riusciti a lanciare una campagna di messaggistica coordinata e di successo».
Le conseguenze
Ma se dopo la ritirata a preoccupare l'Ucraina è lo stato psicologico dei soldati, lo stesso non si può dire per il destino della guerra. Come affermato da alcuni funzionari americani, infatti, la perdita di Avdiivka non dovrebbe comportare una battuta d’arresto strategica significativa, in quanto al momento sembrerebbe improbabile un'altra grande offensiva da parte di Mosca. Non dello stesso parere Jens Stoltenberg, Segretario Generale della Nato, che nel corso di un punto stampa col primo ministro della Georgia ha sottolineato la delicatezza della situazione: «Il ritiro delle forze ucraine da Avdiivka mostra che la situazione è estremamente difficile ma gli ucraini hanno superato le nostre aspettative molte volte».
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