“Al diavolo questo lavoro. Ho smesso! Voglio impiegare tutte le mie energie per la legalizzazione della marijuana”. Queste parole non sono state pronunciate tra amici...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La reporter Charlo Greene si è licenziata durante il telegiornale delle 10 di domenica sera sulla emittente KTVA-tv in Alaska. La donna ha lanciato, senza fare una piega, un servizio sull'Alaska cannabis club ma quando è rientrata in video ha messo su un piccolo spettacolino che sta facendo il giro del mondo. Con una compostezza disarmante ha spiazzato tutti, confessando di essere la proprietaria del club e di volersi battere per la legalizzazione della droga. «Voglio dedicare tutte le mie energie alla lotta per la libertà e l'equità che inizia con la legalizzazione della marijuana in Alaska».
Prima di uscire di scena, ovviamente, ha dedicato l'ultimo pensiero ai suoi anni da reporter: «E per quanto riguarda questo lavoro, non ho che una scelta. Fanculo, ho smesso». Charlo ha alzato i tacchi, ha fatto un'ultima smorfia alla telecamera e ha abbandonato il video. La linea è tornata immediatamente in studio dove una collega, visibilmente imbarazzata, ha farfugliato: «Ci scusiamo con gli spettatori per il linguaggio inappropriato. Torniamo subito».
All'interno dell'emittente si è scatenato un terremoto. La KTVA ha immediatamente postato le scuse su Twitter e dopo ha rilasciato un comunicato di poche righe: «Ci scusiamo per quello che è andato in onda stasera. La dipendente è stata licenziata».
Alla domanda sul perché abbia abbandonato in modo così plateale lo studio Charlo ha risposto di volere attirare l'attenzione su questo problema e sulla contorta legge che in definitiva non consente a chi fa uso di marijuana a scopo terapeutico di far valere i propri diritti. «Se ho offeso qualcuno, mi scuso, ma non sono dispiaciuta per la scelta che ho fatto» ha concluso la reporter.
L'Alaska ha una legge sull'uso della marijuana – è proprio il caso di dirlo – molto “fumosa” e questo consente delle zone grigie dove è facile che possano prendere piede delle iniziative al limite con la legalità. Chi possiede la carta medica per la marijuana, ad esempio, è autorizzato a possederla e farne uso, entro certi limiti. Il vero problema è la reperibilità del prodotto che, in mancanza di rivenditori e considerando la vendita illegale, consente a chi ne ha bisogno di mettere su delle piccole piantagioni. Ma non tutti sono in grado e il Cannabis club, nato nel mese di aprile e di cui la reporter è titolare, svolge proprio questa funzione: mettere in collegamento chi è in possesso di una prescrizione medica per l'uso della droga e chi ha le coltivazioni. Questi ultimi vengono risarciti con un “rimborso spese” che consente di dribblare il problema della vendita illegale.
Il 4 novembre, gli elettori dell'Alaska decideranno sull'opportunità di legalizzare l'uso ricreativo della marijuana come è già successo in altri paesi degli Usa, come in Colorado e nello stato di Washington. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino