Usa, non trascrive le nozze gay: il giudice la manda in prigione

Usa, non trascrive le nozze gay: il giudice la manda in prigione
NEW YORK - Non ha fatto resistenza. Si è alzata e si è fatta condurre via dalle guardie. Kim Davis ha anzi detto "grazie" al giudice. Da ieri la segretaria della contea di...

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NEW YORK - Non ha fatto resistenza. Si è alzata e si è fatta condurre via dalle guardie. Kim Davis ha anzi detto "grazie" al giudice. Da ieri la segretaria della contea di Ashland, nel Kentucky, è in prigione. E ci resterà fino a quando non accetterà di obbedire alla legge. Ma lei sostiene che la fede glielo impedisce e non cederà mai: non emetterà mai licenze di matrimonio per coppie gay, neanche se il diritto al matrimonio per gli individui dello stesso sesso è stato approvato dalla massima autorità giuridica del Paese, la Corte Suprema. Kim Davis ha preferito andare in prigione pur di non avallare il matrimonio omosessuale, e ha detto che per lei si tratta di "una questione di paradiso o inferno", perché le unioni gay "vanno contro la parola di Dio".




I GIUDICI SMENTITI

Dallo scorso 26 giugno, quando i nove giudici supremi hanno stabilito che la Costituzione garantisce uguali diritti agli omosessuali, era sembrato che la questione del matrimonio fosse risolta. Invece ci sono stati vari funzionari comunali in Texas, Alabama e Kentucky che hanno rifiutato di emettere le licenza, citando motivi religiosi.



Quasi tutti sono assistiti in tribunale da uno studio legale vicino al movimento evangelico più conservatore e legato alla chiesa del predicatore Jerry Falwell. Il caso della signora Davis è clamoroso ma è solo il primo ad arrivare a conclusione. I suoi colleghi in altri Stati potrebbero presto essere anch'essi condannati alla prigione per essersi rifiutati di obbedire ai loro doveri legali.



Il giudice David Bunning ha negato che la signora avesse un diritto all'obiezione di coscienza per motivi religiosi. La signora infatti ha prestato giuramento quando è stata promossa alla posizione di segretario della contea, e nel giuramento si impegnava a espletare i propri doveri «senza pregiudizi, preferenze, parzialità». Bunning ha aggiunto: «Anche io ho delle profonde convinzioni religiose, ma ho prestato giuramento e devo obbedire a quel giuramento». E ha decretato che «non si può sostenere che il funzionario che ricopre il ruolo di segretario della contea possa rifiutarsi di agire in conformità con la Costituzione degli Stati Uniti".



Tuttavia Bunning aveva provato per varie settimane di convincere la Davis a cambiare posizione. E solo ieri, dopo che un appello della signora alla Corte Suprema è stato rigettato, è arrivata la condanna. Fuori dal tribunale una folla di manifestanti ha reagito in modo opposto: da una parte i religiosi coservatori che hanno pregato per Kim, dall'altra i difensori dei diritti che hanno cantato "l'amore ha vinto".



La signora Davis ha spiegato di essersi riconvertita alla fede cristiana quattro anni fa, dopo una vita alquanto scombinata e ben quattro matrimoni e quattro divorzi. Ha detto che alla morte della suocera, era andata in chiesa e aveva scoperto la fede: «Ho sentito un messaggio di grazia e perdono - ha scritto - e ho consegnato la mia vita al Salvatore. Non sono perfetta. Nessuno lo è. Ma io sono stata perdonata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino