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Con il 5% della popolazione di religione musulmana (in crescita costante), la Danimarca corre ai ripari con una legge capace di fare da deterrente alle proteste interne delle frange più radicali. Memore di quello che era accaduto anche nel 2005, quando il quotidiano danese Jyllands-Posten aveva pubblicato 12 vignette satiriche raffiguranti caricature del profeta Maometto e partirono una serie di reazioni violente in diverse città con la condanna dei principali paesi musulmani, dell’Organizzazione per la conferenza islamica e della Lega Araba, il governo danese ha deciso di correre ai ripari e impedire azioni provocatorie come incendiare il Corano. Nella vicina Svezia, solo alcuni mesi fa, una azione del genere era riuscita far saltare la quiete nelle città come Malmo, dove è massiccia la presenza di comunità musulmane (anche radicali).
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Dopo mesi di intenso dibattito, un disegno di legge ha così decretato che è illegale bruciare, sporcare, calpestare o tagliare scritture religiose riconosciute tra cui il Corano, la Bibbia o la Torah, ed è stato approvato con 94 voti a favore e 77 contrari.
Durante l'estate alcune copie del Corano erano state bruciate e ridotte a brandelli nel corso di una serie di proteste sia in Danimarca che in Svezia, provocando un tumulto internazionale.
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Il ministro danese della giustizia, Peter Hummelgaard, un socialdemocratico, ha dichiarato in tv: «Fa male agli interessi della Danimarca e rischia di danneggiare la sicurezza dei danesi all'estero e qui a casa». Chi infrange la nuova legge è punito con multe oppure, in casi particolari, può farsi fino a due anni di carcere. Alcuni giornali danesi stamattina sottolineano che il motivo che ha portato il parlamento della Danimarca a introdurre una legge del genere è il desiderio di avere un seggio nel consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel periodo 2025-26. Naturalmente non mancano altre polemiche sollevate da coloro che denunciano la limitazione della libertà di espressione.
«La legge è progettata per inibire la libertà di espressione e la libertà artistica. E questo non è nulla di cui essere orgogliosi» , ha detto Steffen Larsen, rappresentante legale dell'Alleanza Liberale, all'emittente danese DR. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino