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Proteste del mondo arabo, molte città in piazza per manifestare il proprio sostegno al popolo palestinese. Proteste e scontri in Tunisia e Sud America. Così il conflitto potrebbe allargarsi. Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato di essere «indignato e profondamente rattristato dall'esplosione» in un ospedale di Gaza City e dalle «terribili perdite che ne sono derivate». In una dichiarazione ufficiale rilasciato a bordo dell'Air Force One diretto in Israele, Biden afferma di aver parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e con il re Abdullah II di Giordania «subito dopo aver appreso la notizia» e di aver chiesto ai suoi consiglieri di «continuare a raccogliere informazioni su cosa sia successo esattamente».
Israele intanto, ribadisce che l'esplosione avvenuta ieri nell'ospedale al-Ahli di Gaz è stata causata da un razzo difettoso lanciato ieri alle ore 18.59 dalla Jihad islamica da un cimitero non lontano.
I PAESI ARABI
I 22 paesi arabi alle Nazioni Unite si sono uniti nel chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza in seguito alla devastante esplosione e all'incendio in un ospedale della città di Gaza. Riyad Mansour, l'ambasciatore palestinese all'Onu, ha affermato che i membri del Gruppo arabo sono «indignati da questo massacro» e sono anche uniti nel chiedere la consegna immediata di aiuti umanitari e nella prevenzione dello «spostamento forzato» dei palestinesi. Mansour ha affermato che dopo il «massacro» l'obiettivo più importante è il cessate il fuoco perché «salvare vite umane è la cosa più importante.
SUD AMERICA
Si stanno estendendo anche in America Latina le proteste seguite al bombardamento dell'ospedale a Gaza. In Colombia, circa 300 persone si sono radunate vicino alla sede dell'ambasciata palestinese a Bogotà per esprimere il loro sostegno alla popolazione. I dimostranti hanno bloccato il traffico e bruciato le immagini del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Oltre un centinaio di persone hanno manifestato anche a Porto Rico, concentrandosi davanti alla Corte federale a Hato Rey. Sventolando bandiere palestinesi, la folla ha occupato le corsie in entrambe le direzioni per denunciare il «genocidio» dei palestinesi e ripudiare la presunta ritorsione di Israele dopo l'attacco a sorpresa di Hamas. La protesta è stata indetta da varie organizzazioni sociali, tra cui il Collettivo femminista in costruzione.
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