Svezia, corso per i migranti, obbligatorio imparare regole paritarie uomo-donna e valori occidentali

Svezia, corso per i migranti, obbligatorio imparare regole paritarie uomo-donna e valori occidentali
In Svezia, a partire dal primo ottobre 2020, tutti i migranti, rifugiati, richiedenti asilo dovranno apprendere l'abc delle regole sociali e culturali occidentali che...

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In Svezia, a partire dal primo ottobre 2020, tutti i migranti, rifugiati, richiedenti asilo dovranno apprendere l'abc delle regole sociali e culturali occidentali che prevedono la parità tra uomo e donna, il divieto alla poligamia, alle mutilazioni genitali femminili, alle violenze in famiglia, al matrimonio combinato delle bambine e a tutti quei comportamenti generalmente legati alla difesa dell'onore.

Si tratta di una svolta nella politica migratoria svedese, dopo che l'anno scorso il governo aveva ammesso il sostanziale fallimento della integrazione. Il programma messo a punto in questi giorni dall'esecutivo svedese si concretizza in una giornata obbligatoria di introduzione alla vita quotidiana da realizzare durante il periodo di arrivo sul territorio nazionale.

 

In pratica tutti i richiedenti asilo verranno messi a conoscenza dei diritti che hanno ma anche degli obblighi che dovranno rispettare necessariamente per poter vivere in una nazione europea. La decisione è considerata come un inizio alla catena per l'integrazione, ha spiegato il ministro della Giustizia, Morgan Johansson.

L'obiettivo è quello di evitare la nascita dei ghetti multiculturali che sono nati in alcune città, come per esempo a Malmoo così come l'alto tasso di violenze e aggressioni registrate da ragazze svedesi in questi anni. L'introduzione alla società svedese include informazioni sulla procedura di asilo, sulla legislazione vigente, sulla democrazia ma anche sulle norme e i valori prevalenti.

La prima valutazione dell'efficacia del corso è stata fissata per il 2023, a due anni dalla introduzione. La speranza del governo è duplice, da una parte è aiutare l'integrazione culturale degli immigrati di fede musulmana (quelli che presentano maggiori difficoltà ad introiettare una cultura paritaria tra uomo e donna), dall'altra mitigare le spinte razziste e islamofobe che all'interno della società svedese stanno alimentando la crescita dei partiti di estrema destra.

Il corso è il risultato di un accordo bypartisan tra i socialdemocratici, i verdi al governo, il partito di centro e i liberali.  La Svezia era una nazione relativamente omogenea fino a mezzo secolo fa. Negli ultimi decenni sotto la spinta di una immigrazione di massa (soprattutto Somalia, Iraq, Iran, Siria e ex Jugoslavia), ha iniziato a registrare problemi. 

L'anno scorso il primo ministro Stefan Löfven ha ammesso drammaticamente che l'integrazione era da considerarsi sostanzialmente fallita visto le tensioni che aveva generato nella società. Da qui il bisogno di puntare sulla integrazione culturale.

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Il Gazzettino