Migranti, Svezia estende i controlli alle frontiere per un mese. Juncker: «Salvare Shengen»

Migranti, Svezia estende i controlli alle frontiere per un mese. Juncker: «Salvare Shengen»
Il governo svedese ha esteso i controlli temporanei alle sue frontiere di un mese fino all'8 febbraio. Il governo ha fatto sapere che «le condizioni nelle quali sono...

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Il governo svedese ha esteso i controlli temporanei alle sue frontiere di un mese fino all'8 febbraio. Il governo ha fatto sapere che «le condizioni nelle quali sono state prese queste decisioni ancora sono valide». La Svezia ha reintrodotto i controlli alle frontiere a novembre.


«Dobbiamo salvare Schengen, è un dovere collettivo. Non si può andare avanti con questo processo di governi che giorno dopo giorno» ripristinano i controlli alle frontiere. Così il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, che indica l'agenzia Ue delle guardie di frontiera come priorità per rafforzare le frontiere esterne davanti all'emergenza migranti. «Posso capire le motivazioni di alcuni Paesi nella reintroduzione dei controlli alle frontiere, ma non posso accettare che si stia abbandonando il sistema Schengen. Dobbiamo riportare Schengen alla sua origine e per farlo occorre questo strumento delle guardie di frontiera europee», spiega Juncker. «Ho qualche comprensione ad esempio, per la Svezia, perchè la Svezia porta un peso enorme» aggiunge. Ma evidenzia: «La risposta collettiva non è la reintroduzione dei controlli di frontiera».

Il primo vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans domenica e lunedì sarà ad Ankara per discutere del piano d'azione Ue-Turchia. Lo dice lo stesso Timmermans, spiegando: «nelle ultime due settimane gli arrivi di profughi sono rimasti relativamente alti. Dobbiamo fare di più. I primi risultati sono incoraggianti ma siamo ancora lontani».

«Credo che la Turchia stia applicando il nostro piano d'azione», spiega ancora Timmermans. «Ma dobbiamo fare di più. Siamo tutti impegnati affinchè il flusso dei profughi diminuisca». Ma «è chiaro che nelle ultime due settimane i numeri sono rimasti relativamente alti. Quindi c'è ancora molto lavoro da fare». «La nostra cooperazione con la Turchia è positiva - aggiunge - ma siamo lontani dall'essere soddisfatti e continueremo con i nostri sforzi per conseguire i risultati che avevamo concordato».


Timmermans, che è capo negoziatore del piano d'azione con la Turchia per la riduzione e la gestione del flusso dei profughi verso l'Europa, partirà stasera per Berlino per una serie di incontri nella giornata di domani. Domenica invece volerà ad Ankara, per le riunioni con le autorità turche lunedì.
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Il Gazzettino